Gli dici Juventus-Milan e gli si illuminano gli occhi. Non potrebbe essere altrimenti per chi è diventato capitano dei rossoneri proprio in occasione di una grande classica. Che poi sia anche l'ultima sfida vinta dal Diavolo con la Signora (1-0 rigore di Robinho, tre anni fa a San Siro), non fa altro che rendere ancora più speciale l'occasione.Il capitano è Riccardo Montolivo e riparte proprio da quella sfida: «Berlusconi decise di darmi la fascia, lo ringrazio ancora oggi. Mi rende orgoglioso». Ha gli occhi «illuminati» di chi si è messo alle spalle la fase più difficile della sua carriera. L'infortunio, i mondiali brasiliani sfumati, una stagione, quella scorsa, complicata. Ma ora si è ripreso il Milan: «Veniamo da un momento positivo, ma non basta: dobbiamo migliorare essendo partiti male».
E c'è la Juve, che partita è?
«Vale tre punti, ma dietro c'è molto di più, può dare fiducia, autostima, insomma quello che ci serve. Quindi da vincere».
Bianconeri più deboli?
«Hanno perso tre fuoriclasse (Vidal, Pirlo e Tevez, ndr). Però hanno un collettivo che fa paura, possono rientrare nella lotta scudetto. Ma domani ci siamo noi e sarà dura anche per loro».
Juve-Milan è l'ultima spiaggia per entrambe?
«No, non è una sentenza, ma un ko complicherebbe ancora di più la situazione».
Che Milan serve per sfatare il tabù Juventus Stadium?
«Dobbiamo essere concentrati e aggressivi come a Roma contro la Lazio. Non a caso avevo detto che quella partita ce la saremmo dovuta ricordare soprattutto per l'atteggiamento».
Se la Lazio è stata la svolta, vincere a Torino cosa significherebbe?
«La maturità di questa squadra che ha dei valori».
Chi può essere decisivo?
«Spero Cerci perché arriva da un momento positivo, ma non ha ancora fatto gol».
A proposito di reti com'è questa storia che lei non segna contro le grandi...
«La verità è che Montolivo non segna da un anno e mezzo... (ride, ndr). Diciamo che è arrivato il momento...».
Dopo quattordici stagioni sarà il primo Juve-Milan senza Pirlo. Gli eredi sono Marchisio e Montolivo...
«Nessun confronto perché Claudio è un amico, lo stimo molto è un giocatore di alto livello, quantità e qualità».
A che punto è il Milan?
«È stato fatto un grande lavoro, sono stati corretti tanti errori, ad esempio sulle palle inattive, il nostro punto debole».
Dove si può migliorare?
«Nel gioco, ma soprattutto nella cattiveria, nella voglia di fare risultato a tutti i costi, anche quando si gioca male».
Si dice che Montolivo sia tornato...
«Gioco nel mio ruolo ideale che coincide con quello in cui venivo utilizzato da Allegri».
Appunto Allegri, l'estate è stata particolare: voci e titoli di Montolivo in bianconero... ma il capitano del Milan può andare alla Juve?
«Non io. Comunque non c'è stato nulla».
Adesso è in scadenza di contratto, il rinnovo pare cosa fatta...
«Non è la priorità, in questo momento. Comunque voglio continuare in rossonero».
Che Mihajlovic ha ritrovato?
«L'avevo avuto alla Fiorentina, l'ho ritrovato completo. Per caratteristiche umane è l'ideale per questo Milan. L'impatto sull'ambiente è stato ottimo, poi non è stato facile visto da dove si partiva».
Il ritorno in Nazionale conferma il suo buon momento, posto Champions o convocazione agli Europei?
«Non si può scegliere. Prendo tutti e due...».
Continuando a fare bene nel Milan. Eppure la stagione era iniziata in salita, con le polemiche di Mantova...
«La vera svolta è il derby da titolare. Il Milan e anche io a livello personale abbiamo fatto una buona partita. Non giocavo da tempo...».
Nello spogliatoio che capitano è Montolivo?
«Un capitano che dà l'esempio. Ok le parole, ma niente è più forte dell'esempio».
Vale anche con Balotelli? C'è differenza tra il primo e il secondo Mario al Milan?
«È cambiata la serietà nell'allenamento, regole e puntualità. Ora deve guarire: ci mancano i suoi colpi risolutivi».
O lei o De Jong...
«Ora è più penalizzato lui. Comunque il mio impiego non esclude il suo».
L'attualità sono gli
attentati di Parigi. Con l'Italia ha giocato in Belgio, invece la sfida con la Spagna è stata annullata...«Che brividi al solo pensiero, uno choc ma dobbiamo avere il coraggio di continuare a fare la nostra vita».
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