La Juve globetrotter si ispira nel nome del gol: otto reti ai volonterosi indonesiani pomposamente ribattezzati All Stars. Prima vittoria stagionale che non ha significato se non per la statistica. L'Asian Pacific tour inizia nel diluvio di gol che forse non vogliono dire spettacolo allo stato puro, ma tutto serve per soddisfare il tifo, e il prezzo del biglietto, di un pubblico indonesiano (60.000 presenti) davvero partecipe ed entusiasta. La Juve che straripa a casa Thohir, poi, è un altro buffo scherzo del destino. Juve che a provato tutto e tutti: amichevole poco attendibile dal punto di vista tecnico, troppa la differenza di valori, discreto test per la condizione atletica perché gli indonesiani non si sono risparmiati nel correre.
Subito il brivido: Signora clamorosamente in svantaggio dopo 3 minuti per una dormita generale (e di Lichtsteiner in particolare) su un calcio d'angolo. Poi la rimonta e la suonata: due minuti a pareggiare (fallo veniale su Giovinco: Pirlo realizza il rigore) e altri diciotto per portarsi sul 4-1 grazie a una tripletta di Llorente (due assist di Lichtsteiner), che ha provato il meglio del suo repertorio, e con Giovinco che ha concluso una bella azione. Poi toccherà ai facili tocchi di Coman (ispirato da Tevez e rifinito da Pepe), dello stesso Apache e di Pepe. Tevez pressa, corre, si impegna al massimo. Coman è intraprendente, mostra buone doti tecniche e di personalità, ed è veloce.
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