Juve non far la stupida stasera

La Champions torna a Torino: attenti allo Shakhtar: vince e segna a mitraglia. Conte ha un unico dubbio: Matri o Giovinco

Juve non far la stupida stasera

C'è giudice e giudice. E non è detto il togato del Tnas, che oggi si occuperà di Antonio Conte, sia più morbido di quella dozzina di teste che si occuperanno della Juve. Mollare il fiocco, lo Juventus stadium stasera conoscerà la Champions league. E la Juve riconoscerà l'effetto Champions visto sotto il cielo di Torino. L'ultima volta fu un bel disastro (1-4 contro il Bayern). Sono passati poco più di mille giorni, ma sembrano dieci anni. Non c'è più Del Piero e vabbè. In compenso c'è una squadra: con qualche profilo vincente. Che poi ci sia anche l'allenatore fantasma è del tutto ininfluente ai fini del risultato. Parole di Carrera che gli fa da vice. «Non è in panchina ma è sempre presente», ha raccontato come parlasse del caro estinto che guarda da lassù.

Lassù, nel senso dello stadio, Antonio Conte si vedrà la partita dal solito nascondiglio, magari senza pesi sullo stomaco se il Tnas avrà già emesso la sentenza (c'è tempo fino al 7 ottobre) oppure ringhioso e rancoroso con il destino cinico e baro. Ma avrà il suo daffare per telefonare (?) qualche idea al suo vice. Mircea Lucescu, vecchio amico del pallone italiano, sempre di casa a Brescia e dintorni, può essere più indigesto di un giudice: ha lanciato Pirlo nel 1995 nel torneo anglo-italiano e pronosticò: «Questo diventerà il nuovo Rivera». Che dire? Conosce il calcio e lo fa giocare bene a dispetto di tanti santoni e santificati sui quali ogni tanto si prende qualche rivincita. Appunto, e ieri non si è perso la battuta. «Ho fatto vedere ai miei il filmato di Juve-Roma e ho detto: ecco come non si deve giocare contro la Juve. Per me la squadra più forte d'Europa».
Oggi ci farà vedere lui, che si presenta con una incuriosente compagnia d'arte, forse sottovalutata: 10 partite in campionato e 10 vittorie, lo Shaktar non perde da 25 match ed è una macchina da gol. E qui sta il bello della sfida di Champions: la Juve è stata la squadra che, nel primo turno, ha messo all'attivo meno tiri in porta: solo due con altrettante reti. Cinica e quasi perfetta. Lo Shaktar, con i suoi 8 brasiliani e una compagnia di gente affamata e assatanata, invece tira come una mitraglia: in campionato 34 reti segnate (solo 5 subite). Nella prima sfida europea ha tirato 13 volte in porta (2 gol) e 7 fuori. Direte: meglio la Juve, tanto più che la Signora se la vedeva a Londra contro il Chelsea, invece Lucescu e i suoi battevano in casa i danesi-cenerentoli del Nordsjaelland.

Però diffidate, gente, diffidate. Ripete il coro juventino. «Abbiamo preso la seconda squadra più forte delle urne, non si conoscono molti giocatori ma vi posso assicurare che almeno la metà sarebbe titolare nelle grandi squadre d'Europa», ha raccontato Chiellini intuendo la serata di fatiche e pressioni. Servirà una bella coralità calcistica. E due attaccanti a colpo sicuro. Dubbio Matri-Giovinco (favorito) per affiancare Vucinic. Stravaganza: il tappetto dei gol inutili (3 su 4) ha provato a dimostrare sotto ogni latitudine lo spessore internazionale, appunto da formica e nemmeno atomica. Eppure piace al tecnico.

Chiellini chiama a raccolta la sua gente, non sembra uno spot piuttosto la voglia di sentirsi forti dentro la bombonera bianconera, come se la partita segnasse una linea di demarcazione fra credere e non credere. «Il regalo più bello per il mio compleanno sarà vedere lo stadio pieno», ha ammiccato Vucinic che ieri ha compiuto 29 anni e intravede le ultime stagioni per lasciar segno in Europa.

Juve che si porta un nuovo avvocato nel cda (Giulia Bongiorno) ma conosce da tempo la propria arringa calcistica. Parola di Carrera: «Dovremo comportarci da Juve e cioè aggredire dal primo minuto». Poi forse non basteranno due tiri. Ma potrebbero bastare due gol.

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