Juve, orgoglio e realtà Conte: "Notte da grandi ma c'è tanto da fare"

L'allenatore bianconero: "Eravamo bistrattati, spero che il meglio debba arrivare". E lancia l'allarme: "L'Europa cresce, il calcio italiano no"

Juve, orgoglio e realtà Conte: "Notte da grandi ma c'è tanto da fare"

L'esaltazione collettiva talvolta fa dimenticare la storia e la tradizione. Come fosse la prima volta che la Juve compie un'impresa in coppa dei Campioni. Anzi, la storia ci dice che ha fatto di più e di meglio e in partite ancora più importanti. L'esaltazione dovrebbe essere dei tifosi, un po' meno degli addetti che dovrebbero conoscere storia e storie del pallone. Ed anche giudicare il gioco, pregi e difetti: non solo i risultati. Ritrovare la Juve fra le grandi protagoniste dell'Europa di Champions è riportare il mondo del pallone alla sua normalità. Questa Juve ce l'ha quasi fatta. Ancora un passo che, comunque, non sarà facile: lo Shakhtar è un gattone che può far male, difficile capire se vorrà puntare solo al pari per guadagnarsi aritmeticamente la testa del girone (come direbbe la logica tutta italiana), oppure vorrà giocarsela con “spensieratezza“, direbbe Marotta. Nulla vieta che la Juve vinca a Donetsk: se così finisse, sarebbe l'incoronazione di una squadra rinata da Calciopoli, finalmente grande senza “se“ e senza “ma“. Più o meno quello che pensa Conte che, essendo stato calciatore in una grande Juve, sa vedere più lungo degli adulatori.

Per celebrare questo magic moment il tecnico ha tirato fuori l'orgoglio e si è scomodato a parlare perfino davanti ai giornalisti. Francamente ne è uscito meglio rispetto a certo esaltato chiacchierare davanti al web o per via computer. Ha ricreato l'immagine di un tecnico che conosce il pallone, i suoi problemi e non si nutre solo di veleni. Ieri l'allenatore (sì, stavolta va specificato) Conte ha lanciato un allarme che il calcio nostro dovrebbe ascoltare. «Guardate che l'Europa sta crescendo e noi stiamo regredendo. Dobbiamo crescere in campionato perchè si sta creando un grande divario. E, a livello economico, ora non c'è partita con le inglesi, le spagnole e il Bayern Monaco».

D'accordo, ma allora questa Juve che distrugge il Chelsea? Va controtendenza. In parte sì, ha risposto i tecnico. «Lo dicono gli altri non noi: siamo la squadra che gioca il calcio più europeo. E lo abbiamo confermato. Non abbiamo paura di nessuno, sapendo che possono esserci squadre più forti di noi». La Juve è una ipotetica macchina da gol (11 in Champions, lo Shakhtar 12) che segna molto meno di quanto produce: lo ha dimostrato anche contro gli inglesi, non solo contro la Lazio. Manca un goleador-killer. In compenso contro il Chelsea la difesa ha sbarellato in momenti che potevano essere decisivi. Anche se la retroguardia è la migliore del girone: 4 reti subite, 7 lo Shakhtar. C'è tutto per tener botta contro gli ucraini. C'è tanto per godersi il successo contro i campioni d'Europa.

Eppure manca ancora un pizzico di cucitura e ricucitura per fidarsi ciecamente di questa Signora. Leggere per capire. Conte non è fesso. «I ragazzi meritavano questo successo, mi spiaceva vederli bistrattati. Da un anno a questa parte stanno facendo cose straordinarie. È stato un passo molto significativo, anche perchè più di qualcuno dubitava del nostro cammino in Champions. Ma non abbiamo fatto ancora niente: la qualificazione è lì e dobbiamo raggiungerla». Morale della storia detta in una sola frase: «Mi auguro che la miglior Juve debba ancora arrivare».

Dunque si esaltino i tifosi e gli adulatori, ma tutti con piedi ben piantati a terra.

La Juve ha fatto 'na cosa grande, però serve di più. Lo hanno dimostrato la Juve di Platini e Boniek, di Boniperti, Sivori e Del Piero. Intanto ieri Agnelli ha inaugurato il corso intitolato a Gaetano Scirea, proprio a fianco dello stadio. Un grande angelo custode.

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