Gelata nel finale. La Juventus saluta la Champions davanti a un Bosforo chiuso per neve. Niente da fare per i bianconeri, costretti a restare a Istanbul un giorno in più per il rinvio del match a causa dell'abbondante nevicata della serata di ieri. Decide un ex nerazzurro come Weslej Sneijder, agli ordini di un altro ex nerazzurro come Roberto Mancini, ispirato da uno juventino mancato (la scorsa stagione) come Didier Drogba, di ritorno dall'Estremo Oriente. Sconforto, e casse che piangono, in casa bianconera. Per il prosieguo della stagione europea ora resta soltanto l'Europa League, parente molto più povera (e molto più ostica) della regina Champions.
Il copione sul prato imbarazzante della Turk Telekom Arena si intuisce dopo pochi secondi (si riprende dal '31 del primo tempo, quando Proença ha interrotto ieri sera). Neve ieri e neve pure oggi, ed è il caso di sbrigarsi perché i meteorologi alle 17 ora locale (le 16 in Italia) danno in arrivo la nevicata del secolo. Le serpentine di acqua e aria calda che dovrebbero irrorare la parte inferiore del prato e sciogliere la neve non funzionano o funzionano malissimo, checché ne dica l'amministratore delegato del Galatasaray. Si gioca in un pantano in cui il pallone rimbalza male e scivola pochissimo. La Juve nei primi cinque minuti porta palla e prova a impostare qualche trama. I turchi, sornioni, restano a guardare e segnano tutto. Poi a 6' dalla fine ecco l'azione perfetta. Lancio di 40 metri di Inan che sembra telecomandato, Drogba al limite fa la sponda giusta con la fronte e serve Sneijder sulla corsa, l'olandese fa scorrere e dal limite dell'area piccola trafigge Buffon con un destro incrociato, con la palla che passa tra le gambe di Bonucci. È l'apoteosi turca, lo stadio esplode. Negli ultimi assalti la Juve non trova la porta di Muslera e, masticando amaro, è costretta a salutare la Champions League.
Conte è fatalista: «Per colpe nostre ci siamo ridotti a cercare la qualificazione all'ultima partita. Ci siamo complicati la vita da soli con i risultati del girone. Oggi era impossibile giocare a calcio su questo campo e noi siamo stati enormemente penalizzati. Dispiace, ora concentriamoci sul campionato, poi onoreremo anche l'Europa League». Poco consola i bianconeri il riconoscimento, molto elegante, di Mancini a fine match: «Era difficile giocare a pallone, forse era meglio non giocare, era pericoloso per i giocatori. La Juve, credo, voleva giocare perché non hanno detto niente. La situazione era difficile siamo stati bravi e fortunati a fare quel punto a Torino e oggi abbiamo meritato di vincere». E questa è la nota dolente. Gli altri risultati nel girone (abbordabile) per la squadra di Conte.
Pesa il pareggio di Copenaghen all'esordio e l'altro pari (2-2) raccolto a Torino con il Galatasaray. L'unica vera consolazione è che la finale di Europa League quest'anno si gioca a Torino, allo Juventus Stadium, forse nella disgrazia si crea l'occasione, quanto mai rara, di alzare un trofeo internazionale in casa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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