La Signora pareggi non si smentisce. Anche a Lecce si fa raggiungere all'ultimo respiro quando Thiago Motta pensava di averla fatta franca. La combinazione Krstovic-Rebic esalta la grande partita del Lecce rigenerato da Giampaolo e sprofonda la Signora in una mediocrità da cui non riesce ad uscire. Anche perché a un attacco improduttivo per l'assenza costante di un bomber, si aggiungono le sbandate difensive che avrebbero potuto produrre altri danni. Insomma, il problema vero della Juve è che Weah non è suo padre e Thuram non è suo fratello, e senza un vero bomber si fa fatica a chiudere i conti. A San Siro come a Birmingham e come a Lecce. Così ci vuole una scivolata maldestra di Gaspar su tiro di Cambiaso per interrompere il digiuno bianconero che durava dall'84' del derby: 254 minuti per trovare un autogol. Che però non servirà a portare i tre punti.
La Signora sfodera sempre la stessa formazione, fatta più dal medico che da Thiago Motta. Ed è l'unica attenuante del tecnico che in panchina si ritrova circondato da tanti baby, qualcuno buttato anche in mischia nel finale come Rouhi, Mbangula e Pugno. Signora impotente ma anche sfortunata, almeno nel primo tempo, quando raccoglie due pali molto differenti tra loro: il primo di Thuram che resta quasi sorpreso da un cross baciato di Yildiz e colpisce male centrando il montante. Mentre il secondo è solo millimetrica sfortuna per Conceiçao che sfrutta al volo un'incomprensione tra due giallorosssi, scatta in contropiede e da fuori area centra la base del montante alla destra di Falcone.
Sull'altro fronte invece i pericoli per Perin, ieri schierato al posto di Di Gregorio, arrivano nel primo tempo più da distrazioni juventine che da veri e propri assalti leccesi. Come una strana svirgolata di Kalulu e una incomprensione tra Cambiaso e lo stesso portiere che stava per favorire Morente. Ma anche la ripresa si apre con uno svarione juventino: il buco clamoroso di Gatti che libera il contropiede di Rafia su cui recupera alla disperata Locatelli. Episodio che comunque dà coraggio ai giallorossi che arrivano a impegnare Perin più di una volta con Krstovic e Morente.
Una ripresa a ritmi più alti che scoprono i lati deboli della Signora, con Danilo costretto a rischiare il rosso per fermare con le braccia lo scatenato Krstovic, che con Baschirotto, Gallo e Ramadani fa salire di tono il Lecce. Poi i salentini pagano il conto alla fortuna del primo tempo con la sciagurata deviazione di Gaspar, ma raccolgono il meritato pari all'ultimo assalto con la zampata dell'ex milanista Rebic. Giusto così.
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