Kane accende l'Inter, ma che fatica spegnere il Bayern. E adesso c'è il Barça

Il muro di Inzaghi nei primi 45', l'inglese in gol. Uno-due di Lautaro e Pavard. Finale da brividi

Kane accende l'Inter, ma che fatica spegnere il Bayern. E adesso c'è il Barça
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L'Inter torna in semifinale di Champions League: appuntamento a Barcellona, già fra due settimane. La rumba continua e continua anche il sogno, impossibile negarlo e guai a chi sveglia Inzaghi. Col Bayern finisce pari, con tanta festa dopo un po' paura, nemmeno troppa considerando l'avversario, le premesse e il canovaccio. L'Inter infatti va sotto in avvio di ripresa, e lì una squadra qualsiasi poteva sciogliersi, non questa, che anzi in pochi minuti prima pareggia con Lautaro, gol più importante che bello, ma partita gigantesca come all'andata (è da questi particolari che si vedono i campioni) e poi passa addirittura in vantaggio con Pavard, finalmente uno che prende a calcio l'ipocrisia, per cui da ex non si festeggia. Lui esplode e con lui lo stadio, ammutolito poco oltre, sul 2-2 di Dier, gol che serve a Kompany per salvare la faccia, ma non la qualificazione. Va avanti l'Inter.

Certo non è stato semplice, l'avvio del Bayern è stato come all'andata a mille all'ora, favoriti dalla spinta dei loro calorosi 4.500 tifosi. La curva nord resta in silenzio nei primi 20 minuti, lo sciopero non conosce deroghe nemmeno in partite così. Vento molto fastidioso per tutta la partita, con ingannevoli traiettorie del pallone. L'Inter ha retto, anzi nel primo tempo ha lasciato agli avversari il controllo del pallone (59%) ma solo una vera occasione da gol, sventata da Bastoni su Olise. Scolastiche le parate di Sommer, nulla di che preoccuparsi veramente. Poi ha ribattuto colpo su colpo, mostrando la conosciuta capacità fisica e l'abilità nel ripartire. Calhanoglu su Kimmich e viceversa, ma anche Mkhitaryan sulle tracce di Goretzka: Inzaghi si è preoccupato di tamponare le fonti di gioco tedesche, chiedendo a Darmian di seguire Muller anche dentro il campo, più che di avanzare sulla fascia destra. Lì andava spesso Barella, mentre Pavard e Bastoni erano per necessità molto più bloccati del solito. Maggiore come sempre la spinta di Dimarco sull'altro lato.

Il gol di Kane, in avvio di secondo tempo, ha scosso l'Inter, più che spaventarla. Bravo l'inglese a scovare il pertugio alla destra di Sommer, nell'incertezza della difesa nerazzurra che gli ha concesso troppa libertà. Pochi minuti e l'uno due Lautaro-Pavard ha chiuso la questione. Bravo e lesto il capitano (150esimo gol con l'Inter) a ribattere di destra una maldestra deviazione di Kimmich sul calcio d'angolo di Dimarco; imperioso, poco dopo, il colpo di testa del francese, sempre su corner, ma dall'altro lato e calciato da Calhanoglu.

Il pareggio dei tedeschi è poco più che un

infortunio dell'Inter. Un altro angolo, un pallone spedito in mezzo dall'appena entrato Gnabry per la beffarda palombella di Dier, ancora un difensore con licenza di avanzare. Sommer sorpreso, e con lui mezza difesa nerazzurra.

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