La rivoluzione blaugrana parte da Ronald Koeman, nuovo allenatore dopo l'esonero di Quique Setien, ma il futuro di Leo Messi è ancora nell'aria. Ieri, nel corso della giunta del direttivo convocata dal presidente Bartomeu, sono state poste le basi del nuovo progetto Barça. I soci andranno al voto il 15 marzo 2021, ma nel frattempo i vertici del club hanno dato il là a quello che viene definito un cambiamento epocale.
Koeman, che si è di fatto liberato dal contratto con la federcalcio olandese, firmerà al più tardi domani un biennale, ma ha già presentato una lista di intoccabili. Per l'ex libero dei tulipani saranno imprescindibili alla causa Ter Stegen, De Jong, Ansu Fati, Riqui Puig, Messi e i nuovi acquisti Pjanic, Pedri e Trincão. Nessuno tra gli altri è sicuro di mantenere il posto, partendo da pezzi da novanta (e uomini importanti nello spogliatoio) come Piqué (possibile futuro in Inghilterra), Suarez (nei piani dell'Ajax) e Busquets (si parla del Psg). Koeman è stato chiaro: «Se nella mia squadra ho un giocatore di 22 anni e un trentenne con prestazioni uguali o simili, scelgo il ventiduenne». Messaggio recepito e approvato dal direttivo catalano.
Rimane il rebus-Messi: la pulce sembra attratta dalle sirene del Manchester City e dal suo mentore Guardiola (insidiato da Pochettino dopo il ko col Lione), ma ambienti vicini all'Inter confermano le voci sulle intenzioni di Zhang di affondare il colpo, dopo la suggestione alimentata dagli investimenti immobiliari fatti a Milano nelle ultime settimane da papà Messi e dal figlio. Comunque Koeman lo ritiene fondamentale nel progetto. «Credo che Leo stia vivendo da troppo tempo intrappolato in un malinteso tattico - ha spiegato l'olandese - ha bisogno di essere libero di esprimere il suo gioco. Tornerà quello di un tempo». I problemi dell'astro argentino non sono però solamente tattici, ma riguardano la sfera ambientale. In poche parole il Barcellona dovrà guadagnarsi la sua fiducia. Ha chiesto, e presto otterrà, la testa del direttore sportivo Abidal e del suo vice Planes, ma soprattutto è ormai da parecchio tempo in rotta di collisione con il presidente Bartomeu, che dopo due mandati si farà da parte a questo punto solo tra sette mesi. La Pulce non ha rinnovato a luglio il contratto che scade a giugno del 2021, per ora rimarrà alla finestra. Il suo ex compagno Samuel Eto'o sulla vicenda ha dichiarato: «Se Messi dovesse lasciare il Barcellona, il club sarà costretto a cambiare nome».
Il ribaltone che Koeman vuole imporre ricorda la rivoluzione di Guardiola. Quando nell'estate del 2008 Pep venne annunciato come sostituto di Rijkaard, prese decisioni drastiche ed essenziali per lo sviluppo della squadra, allontanando senatori come Deco (Chelsea) e Ronaldinho (Milan), e ottenendo l'anno successivo la cessione di Eto'o all'Inter. Nello stesso mercato arrivarono Piqué, Dani Alves e Keita, mentre dal basso apparve un giovane Busquets.
Per nomi e gioco Guardiola ha generato una vera e propria rivoluzione a Barcellona, che ha portato alla conquista del Sestetto (Champions, Scudetto, Copa del Rey, Coppa del Mondo per club, Supercoppa Europea e Supercoppa spagnola). Ed è a questo che mirerà la direzione del Barça.
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