Kovacic e Icardi, Inter qualità E Mancini fa il mini triplete

Torna al gol il croato, Maurito bomber aggancia Tevez. Nerazzurri bene nel primo tempo poi soffrono troppo

Kovacic e Icardi, Inter qualità E Mancini fa il mini triplete

L'Inter qualità va al potere, terzo successo consecutivo ed è già una notizia da statistica. Vince l'Inter dei giovani e belli, stavolta con l'anima. Kovacic e Icardi ci hanno messo le prelibatezze, la difesa i soliti timori e tremori, il Cagliari ha morso ma ha lasciato solo i segni dei denti. L'Inter risale anche in classifica, la via è segnata: basta non deragliare.

Mancini si è divertito a giocare con i nomi: fuori Ranocchia (dovuto), Shaqiri (sofferto) e Palacio (ineluttabile) e dentro testolone Vidic che non si è negato nel suo essere martello e avrebbe meritato forse un rigore per un fallo di Rossettini. Poi Kovacic a vedere se magari un po' di personalità....illusione. E Podolski entrato subito nella hit parade degli sciagurati calcistici e milanesi (Calloni e Klinsmann su tutti). Il tedescone in trequarti d'ora si è mangiato tre occasioni da gol: inverosimile la prima, quando servito con raffinatezza da Icardi ha indugiato al tiro. Fin a perdere spazio e possibilità: segnale di paura, magari di riflessi tardi. Comunque roba da mettersi le mani nei capelli, lui, Mancini e l'Inter. E infatti...Poi ci ha provato di testa, due volte sbucato in area e due volte palla fuori. Magari all'Arsenal avevano già visto tutto. Inter sballata al tiro, molto meno nel resto. Primo tempo vigoroso e talvolta arrembante, con raffinatezze d'attacco di Icardi. Santon scatenato in fascia, nemmeno fosse davvero un inglese. La solidità del centrocampo garantita da Brozovic che gioca con personalità e capacità di trasmettere sicurezza. E ogni tanto ci prova come alla mezzora, quando ha trovato in Brkic, portiere del Cagliari, l'antipatico della situazione con intervento poi rifinito da Capuano e Avelar.

Inter abbastanza solida e concentrata, Cagliari sfarfalleggiante in difesa, più incoraggiante dal centrocampo in sù con la coppia Conti-Crisetig (prestito dell'Inter come Longo) e sulle fasce laterali. M'Poku, alla prima da titolare, ha provato a far danni, con azioni in solitario e grande continuità: Carrizo e Santon ne hanno intuito la pericolosità quando si è infilato da sinistra ed ha creato la miglior occasione gol per il Cagliari. Azione che si è ripetuta da destra, a inizio ripresa, Medel e Juan Jesus a farfalle sul dribbling di M'Poku, Carrizo a metterci ancora la parata decisiva.

Il primo tempo dell'Inter è stato un bel giocare, quello del Cagliari football in leggerezza. Forse un po' troppa. La ripresa con tutta altra faccia. Inter in gol con firma d'autore di Kovacic, ma il Cagliari arrembante e furbo nello sfruttare le solite divagazioni difensive (Vidic, Medel, Juan Jesus, tutti). Impreciso con Cossu, M'Poku e Conti: troppi regali. E l'Inter si è tenuta stretta la raffinatezza creata da una foto di gruppo con gol: tacco di Kovacic per Podolski, che serve Icardi pronto a lasciare indietro per il sinistro dosato di Kovacic. Questo è Kovacic, bellezza! Sembrano dire i compagni e Mancini nell'abbraccio con affettuosità.

Peccato che poi sia tornata l'Inter delle nefandezze difensive con Carrizo a dimostrare la sua bontà. Centrocampo che si fa troppo indietro e Cagliari cuor di leone con il belga-zairese. A quel punto però l'Inter ha sfoderato il suo golden boy: servito da Kovacic, Icardi ha fatto vedere la bontà della tecnica con dribbling (su Capuano) e sinistro a giro. Gol d'autore, fantastico nell'esecuzione che lo mette alla pari con Tevez (14 reti) nei cannonieri. Niente male, buon per l'Inter che, su quel gol, ha vissuto e sopravissuto pericolosamente. Colpita ma non affondata da Longo, che ha sfruttato una fesseria di Juan Jesus e chiuso con un bel destro. Gol definibile autogol del portiere. Poi Mancini si è fidato di Dodò e Hernanes per la serie “il pericolo è il mio mestiere”.

Ma il centrocampista lo ha ripagato con un siluro finale finito sulla traversa.

E oggi arriva l'Uefa a Milano: comincia la partita dei dirigenti per evitare multe e pene nel nome del rosso di bilancio e del fair play finanziario.

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