Istrioni e incantatori di serpenti e palloni, c'è di tutto e di più nella culla calcistica di Napoli e Roma. Purtroppo ci sono anche quelli che fanno guerra negli autogrill: stavolta ci sarebbe voluto uno stadio chiuso, non solo le misure governative per i guerriglieri pescati in autostrada. Il calcio conta sul campo, non sulle tribune. La beceraggine tifosa è il peggior corollario: Napoli e Roma non la meritano, sotto le maglie ci sono artisti e routinier, in panchina due fantasiosi istrioni. Cosa chiedere di meglio? Il piatto fantasia è già nei piedi di due personaggi che stanno ai poli opposti della storia del calcio: un argentino, quindi nobile stirpe pallonara, ormai attempatello, che definiscono «Joya» ma che solo a Roma è riuscito a liberare il genio senza farsi imbrigliare dai dispetti della altalenante personalità ed un georgiano, quando mai l'avremmo pensato trent'anni fa, che schizza sulla fascia con la disinvoltura dei migliori dribblomen del calcio latino. Non a caso è stato ribattezzato Kvaradona. Il bello è che oggi saranno nello stadio che onora un genio vero del calcio ma un'idea del destino, poi rigettata da uomini di poca lungimiranza, li avrebbe voluti insieme alla Juventus. Infatti Dybala è stato scartato a Torino, dove non sempre ha fatto vedere idee luminose, e Kvaratskhelia non ci è arrivato proprio per quelle incertezze che hanno fatto la storia del calcio mercato. Così la Roma si è presa l'uno a zero euro e il Napoli ha speso solo 10 milioni. Prezzi stracciati per gustarsi il calcio sintetizzato da Mourinho. Ovvero: con loro la palla è sempre rotonda mentre per altri è quadrata.
Oggi si ritroveranno per tirar le sorti di una partita dove «Kvara» già assapora il profumo di scudetto e Dybala il piacere di sentirsi grande. Tra gol e assist sono più o meno alla pari. Il bello sta nella loro impudenza, finta e gol: e prendimi se ci riesci. Vero è che Dybala, a 29 anni, si avvia al fine carriera e Kvara con i 22 che compirà il 12 febbraio è all'inizio. A sentir una intelligenza artificiale pare che Paulo, ex Paulino, in questo 2023, sia il più forte e determinante di tutti davanti a Leao e al georgiano. Ed, anzi, che in Europa abbia il miglior score per pericolosità e rendimento: batte perfino di Haaland. Ma è meglio fidarsi degli uomini. Mourinho forse è un po' ottimista: «Il Napoli non ha giocatori al suo livello». Senza dimenticare che Osimhen è determinante per il Napoli e Abrahams importante per Dybala. Al resto hanno pensato Mou e Spalletti, istrioni alla ribalta dotati di filosofia spicciola. Incantatori di serpenti a modo loro. Ieri il tecnico della Roma è andato sul concreto dettando subito la formazione.
Spalletti si è spinto nel bucolico raccontando di una partita da ciclisti che, però, non devono farsi distrarre dal bel panorama. «Che poi si rischia in inciampare e farsi male». E lo spettacolare sprint affidato a Dybala e Kvara.
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