La Saudi League cambia strategia per far fronte al flop di pubblico e di diritti tv. I fuochi pirotecnici estivi non hanno prodotto nulla di buono, nonostante un investimento in calciatori pari a 1,6 miliardi di euro. Il principe Bin Salman, che attraverso un fondo controlla i 4 club più blasonati (ma anche il Newcastle in Inghilterra), si è reso conto che in Arabia Saudita non mancano giocatori stellari, e altri comunque si possono ingaggiare, semmai c'è carenza di teste pensanti, di manager che possano dare un'impostazione professionale al torneo.
Ieri la stampa saudita, che in passato aveva fatto circolare rumors su Del Piero, Maldini e Pinto, ha iniziato a stilare un elenco di direttori sportivi e team manager necessari come l'aria per far decollare il pallone nelle terre sequestrate dal deserto. Il primo della lista è un italiano, Andrea Berta, l'architetto dell'Atletico Madrid di Simeone, corteggiato anche dalla Juve, l'uomo che è riuscito a mettere a disposizione dell'argentino campioni come Oblak, Griezmann, De Paul e Morata, che hanno portato i colchoneros in cima alla Liga e a un passo dalla conquista della Champions. Altro pezzo da novanta è lo spagnolo Javier Subirats, per il momento disoccupato. E' il manager che a inizio millennio ha costruito il Valencia di Cuper (due finali Champions) e di Benitez (due scudetti). L'olandese Marc Overmars non vede l'ora di rimettersi in gioco dopo gli scandali sessuali che ne provocarono il licenziamento all'Ajax.
Frank Arnesen ha messo in piedi il Chelsea che è salito sul tetto d'Europa nel 2012 con la scommessa Di Matteo in panchina. Nel listone figurano anche i nomi di Sebastian Khel del Borussia Dortmund, Edu Gaspar dell'Arsenal e di Jon Rudkin, l'uomo forte del Leicester di Maresca, apprezzato anche come talent scout.
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