L'Atalanta di Zapata è da sogno e mette fine alla dittatura Juve

La Signora dopo 4 anni non potrà fare la doppietta coppa Italia-scudetto. Allegri espulso. Chiellini va ko

L'Atalanta di Zapata è da sogno e mette fine alla dittatura Juve

Poche decine di secondi terrificanti per la Juventus: quelle a cavallo tra il 37' e il 39' del primo tempo. Momenti durante i quali l'Atalanta ha preso a schiaffi la Signora, prima con una sberla da fuori area di Castagne e poi con una conclusione dal limite dell'area di Zapata. Uno che, grazie alla cura Gasperini, pare diventato un fenomeno da buon attaccante che era: dopo la doppietta segnata alla Juve in campionato poco più di un mese fa (avendola già bucata altre due volte con le maglie di Udinese e Sampdoria), il colombiano ha concesso il bis ieri (suo anche il 3-0, nel finale) andando a segno per la decima partita di fila tra serie A e Coppa Italia.

Risultato: la Dea vola in semifinale e la Juve abbandona la possibilità di centrare l'accoppiata scudetto-Coppa Italia per il quinto anno di fila. Mala tempora, insomma, per i bianconeri: imballati, quasi mai pericolosi, magari un po' superficiali nonostante gli avvertimenti lanciati da Allegri nei giorni scorsi. Tanto merito va però all'Atalanta che, insieme al Genoa, era stata l'unica squadra a rallentare la corsa dei bianconeri in campionato.

E' una Juve che già priva tra gli altri di Bonucci e Mandzukic - non presenta dall'inizio né Pjanic né Cancelo, con Bernardeschi e Matuidi nell'iniziale 4-4-2 e con Dybala al fianco di Ronaldo. Il ritmo però non è amico dei campioni d'Italia, perché l'Atalanta viaggia ai mille all'ora e il centrocampo bianconero fa acqua: Khedira va a rilento e Bentancur non ha i giusti tempi di gioco, mentre dall'altro lato De Roon e il recuperato Freuelr non si fermano nemmeno per respirare. L'olandese ci prova dal limite dopo poco più di cinque minuti, poi Chiellini deve anticipare Zapata per impedirgli di presentarsi davanti a Szczesny e Gomez costringe il numero uno bianconero a un tuffo non semplicissimo.

La Juve, in sostanza, guarda: possesso palla inutile, zero tiri in porta (per due primi tempi di fila, essendo successa la stessa cosa contro la Lazio, non accadeva da marzo 2018), Dybala mai pervenuto e Ronaldo anche. Quando Chiellini alza bandiera bianca (polpaccio), Allegri inventa De Sciglio centrale e butta dentro Cancelo. Mal gliene incoglie, perché il portoghese stavolta combina una frittata: palla persa sulla trequarti, Castagne ringrazia e porta l'Atalanta (con Pasalic al posto dell'infortunato Ilicic) in vantaggio. Poi, appunto, la replica di Zapata con Szczesny un po' in ritardo.

E con Allegri che, buttato per terra il giaccone, si fa cacciare dall'arbitro Pasqua per avere protestato troppo dopo un presunto fallo subìto da Dybala all'inizio dell'azione che avrebbe portato al raddoppio dei padroni di casa: nervi scoperti e via, per assistere poi alla ripresa al fianco di Nedved e Paratici.

Una ripresa durante la quale la Juve non può ovviamente far altro che andare all'assalto, rischiando qualcosa ma pure sfiorando la rete con Ronaldo (assist di Bernardeschi dalla destra), Rugani e Khedira. Entra anche Pjanic, per ribaltare il tutto. Invece segna ancora Zapata: applausi, convinti, alla Dea.

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