I cento stile libero sono un fruscio. Sono 46, 47, 48 secondi che non fai in tempo a dire amen. Però è strano che ti sembra di averli visti attimo per attimo. E l'agonia di Luca Dotto dopo i primi 50 è lunga come un romanzo. Era primo quando ha toccato la vasca di andata. È settimo al ritorno.
Finisce qui e lo hai visto resistere, combattere, annaspare, riprendersi, scivolare indietro, e alla fine disperato lasciarsi andare. Solo all'ultima bracciata. Il cento metri stile libero sono terribili. Ti lascia come un'angoscia dentro, sono un battito di ali, ma se ci stai dentro ti illudi che non finiscano mai. Come la vita.
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