![Lauda, Pellegrini, Buffon e tanti altri campioni. Quando fermarsi è una prova di maturità](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2019/05/24/1558710943-fotogramma-20190521110652-29397263-12.jpg?_=1558710943)
La paura di avere coraggio. La provò Niki Lauda quando si ritirò nel diluvio del Fuji del 1976 perché la vita l'aveva già rischiata una volta. Lui che portava con sé le stimmate dell'uomo che non si era arreso neanche in mezzo al fuoco che per poco non lo uccise sul circuito del Nürburgring. L'ultima «vittima» è Mikaela Shiffrin, seppur in tono minore: dopo la brutta caduta a Killington sta vivendo l'incubo di superare il trauma.
La forza e la fragilità: due lati della stessa medaglia, con cui l'atleta deve fare i conti. Sono sempre di più i campioni che hanno dovuto affrontare il «buco nero» dal quale fatica ancora a uscire la donna delle 99 vittorie in Coppa del Mondo. Nel nuoto, Federica Pellegrini per un periodo era assalita dalle crisi d'ansia ai blocchi di partenza al punto tale da scappare via dalla piscina per paura di un trauma legato a una gara a Genova nel 2008 in cui «sembrava che mi scoppiasse il cuore. La fortuna è che mi è capitato in una batteria degli Assoluti», spiegò Fede. Ma la paura è tornata nelle gare successive. È stato necessario un profondo lavoro con il mental coach per superare questo blocco. Fra gli altri campioni del nuoto fermati dai fantasmi della mente c'è l'inglese Adam Peaty, che ha dovuto prendersi una pausa di un anno per vincere il rigetto della pressione interna ed esterna. Lo stesso Michael Phelps, il recordman di ori olimpici che ora aiuta chi ora aiuta molti atleti nella depressione post-Giochi, o l'australiano Ian Thorpe, che rivelò i suoi istinti suicidi, hanno vissuto simili esperienze.
Così come la ginnasta Simone Biles: dopo la crisi di Tokyo e verso il rientro a Parigi confessò «di aver dovuto combattere a lungo il peso delle aspettative, dell'ansia e di fallire in silenzio nel timore di apparire debole». Idem la tennista Naomi Osaka. Anche Gigi Buffon, che una volta ammise il suo malessere e di esserne uscito grazie ai quadri di Chagall.
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