Nel calcio che insegue sempre più le statistiche tecniche, dagli algoritmi al computo delle rimesse laterali, resta per fortuna la magia dei numeri più romantici, quelli di maglia. E se le statistiche dicono che oggi, con un gol, Lautaro Martinez potrebbe diventare il terzo nerazzurro a segnare 20 reti per almeno tre campionati consecutivi, impresa riuscita solo a Meazza (tra il '29 e il 34) e a Nyers ('48-52), il solo fatto di entrare in campo con la maglia numero 10 per la 194esima volta gli consentirà di eguagliare un altro record interista.
Il capitano aggancerà infatti il grande Luisito Suarez, che vestì quel numero proprio per 194 partite tra il 1961 e il '70, quando lasciò Milano per la Samp, dopo aver giocato le ultime partite soprattutto con il 6, visto che prima Foni e poi Heriberto Herrera lo arretrarono nel ruolo di libero. Tempi in cui i numeri erano variabili, ma in cui i grandi si identificavano lo stesso con una maglia: e se Luisito è stato il numero 10 per antonomasia dell'Inter euromondiale di Moratti papà, Lautaro sarà il simbolo del 10 nerazzurro per molti anni, vista la crescita costante di questo argentino consacrato anche dal titolo mondiale del 22.
Certo, è strano vedere che il 10 più gettonato nella storia dell'Inter sia di fatto un numero 9, perché Martinez è più centravanti che regista o mezza punta, ma quando il bomber di Bahia Blanca arrivò ad Appiano quel numero era già occupato dal suo connazionale Icardi, mentre il 10 era stato liberato da Joao Mario.
Così Lautaro scelse il numero che lo legava anche a Maradona e non lo cambiò nemmeno quando Icardi se ne andò, lasciando il 9 ai vari Lukaku, Dzeko e Thuram. E da ora in poi il 10 nerazzurro sarà suo più che di ogni altro, lasciandosi alle spalle oltre a Suarez, anche Beccalossi (150 volte 10), Skoglund (138) e Adriano (115), altro centravanti dirottato su questa maglia.
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