Quando l'impossibile diventa possibile. Dimenticate la disfatta di tre anni fa, quando in un tempo il Bayern incenerì la Lazio di Simone Inzaghi. Stavolta la notte di gala dell'Olimpico è da sorrisi. Con la firma, immancabile, di Ciro Immobile che timbra la clamorosa vittoria dal dischetto, da dove difficilmente tradisce. Un'impresa quella della truppa di Sarri che resterà scolpita nella memoria dei tifosi laziali. Il Bayern non perdeva contro una squadra italiana in Europa da 13 anni, quando l'Inter andò a espugnare il fortino bavarese. Da allora 12 sfide senza sconfitte con le ultime 5 tutte vinte. L'impresa dei biancocelesti è costruita con il cuore e l'organizzazione al cospetto di un avversario che per quotazione di mercato ha una rosa quattro volte superiore alla Lazio e con ben nove giocatori supera i 60 milioni di euro.
Una Lazio attenta, molto compatta dietro che lascia l'iniziativa al Bayern subendo il pressing dei bavaresi, ma poi guadagna campo provando a ripartire in contropiede e si affaccia più volte dalle parti di Neuer. Insomma una squadra meno sarriana e più adatta alla sfida europea contro un avversario più forte e blasonato. Di sicuro il momento non felice del Bayern (vedi il pesante ko nella sfida per il titolo tedesco con il Bayer Leverkusen) avvicina le due contendenti. E così la squadra di Tuchel, la cui panchina resta a rischio, appare meno feroce e più presuntuosa del solito.
Certo, l'occasione che Musiala (primo gol in Champions proprio all'Olimpico contro i bancocelesti tre anni fa) fallisce a due passi dalla porta sui titoli di coda prima dell'intervallo, dopo una splendida azione corale, poteva cambiare la sfida. E invece la Lazio sale di tono: scampato il pericolo inizia la ripresa con uno spartito diverso, andando ad aggredire l'avversario. La prima avvisaglia è l'occasione di Isaksen, lanciato splendidamente da Luis Alberto, che si fa «ipnotizzare» da Neuer. Poi a metà tempo l'episodio che decide il match: il ritardato cambio di Isaksen e Immobile che entrano nell'azione del rigore (il danese subisce fallo da Upamecano poi espulso, il centravanti trasforma dagli undici metri siglando il quarto gol in sette partite di Champions, il terzo di fila dopo quelli in campionato a Bergamo e Cagliari).
Il Bayern non rinuncia ad attaccare anche in
inferiorità numerica ma la Lazio regge bene, anzi ha il rimpianto di sfiorare più volte il raddoppio regalandosi un ritorno (il 5 marzo all'Allianz Arena) ricco di speranze e certamente diverso da quello del febbraio 2021.
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