Giuseppe Vegas, 66 anni, milanese, ex senatore e deputato, attuale presidente della Consob, potrebbe essere eletto in giornata alla guida della Lega di A. In occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico alla Bocconi, s'è dichiarato favorevole all'investitura: «Se è per fare qualcosa di buono, uno è sempre disponibile. Il calcio è un asset fondamentale per il paese. Ma di questa opportunità ho letto solo sui giornali». Nel caso fosse eletto alla presidenza, Vegas lascerebbe la Consob con qualche giorno d'anticipo sulla conclusione del suo mandato, che si esaurirà il 15 dicembre, per evitare conflitti d'interesse con la quotazione in Borsa di Juve, Lazio e Roma. Restano vive, però, la candidature portate avanti da Lotito: il 70enne Marchetti, generale della Finanza in pensione, e il 76enne Squitieri, ex Presidente della Corte dei Conti.
Esiste quindi una buona convergenza per eleggere il presidente con il suo seguito (ad e consiglieri) soprattutto dopo l'uscita di Cairo: «Dobbiamo trovare al nostro interno le forze per avviare una riforma seria e profonda. A cominciare dal ruolo della Lega che, prima o poi, dovrà separarsi dalla Federazione e trasformarsi in un qualcosa di analogo alla Premier. Vegas? Può essere l'uomo giusto anche se non ho avuto occasioni di incontrarlo. L'importante è che usciamo dal balletto del manuale Cencelli».
Curiosamente neanche Tavecchio conosce il numero uno della Consob: «Ma il mio parere ha una importanza relativa, non voglio entrare nel gioco delle candidature. Si tratta d'una figura di prestigio, questo è certo. Il suo nome l'ha fatto Fenucci del Bologna. Ma sarà di grande rilievo anche la figura dell'ad, si sono fatti tre nomi, vedremo. La riunione odierna può anche non essere decisiva, c' tempo fino all'11 dicembre quando scadrà il mio mandato. Di una cosa sono convinto, che il calcio non ha bisogno di stampelle». E in aggiunta: «Importante sarà la posizione della Juventus». Da Bari è arrivata puntuale nel pomeriggio di ieri una nuova puntura di Malagò: «Le caselle da riempire sono molte, mi sembra abbastanza insensato eleggere un presidente senza ad e le altre componenti. I potenziali ad, che hanno dei ruoli significativi in altre organizzazioni, vorranno sapere quali saranno i compagni di viaggio».
La solita dicotomia. La Lega non vuole perdere l'occasione di tornare ad essere la locomotiva del calcio dettando le riforme indispensabili per cambiare il sistema, non solo di vertice.
Anche perché, in questo caso, le altre componenti non potranno alzare muri invalicabili nella ridistribuzione dei pesi in fase elettiva e nella rivisitazione dei campionati. Ma la questione di base resta politica, ancorata alla volontà di arrivare o meno al commissariamento da parte del Coni. A quando l'ultima puntata?
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