Priorità alla salute delle persone, innanzitutto. Poi, quando l'emergenza sanitaria lo consentirà, alla chiusura dei campionati e delle Coppe. Ecco che l'Uefa, d'accordo con le 55 federazioni, le Leghe, i club e i rappresentanti dei calciatori, ha preso la decisione più attesa: gli Europei di calcio slitteranno di un anno, mantenendo la stessa struttura itinerante in 12 paesi, con partita inaugurale a Roma l'11 giugno 2021 e finale l'11 luglio a Londra. Slitteranno così Final Four di Nations League, Europei Under 21 ed Europei donne, previsti l'anno prossimo. Non potendo pensare a un evento a porte chiuse, alla fine è prevalsa la soluzione meno problematica. «La sfida è enorme, l'Europa del calcio hanno mostrato unità», così il presidente dei club continentali Andrea Agnelli.
Una soluzione che aveva già messo d'accordo le maggiori Leghe europee, che registra la «grande cooperazione dei miei colleghi» (così il presidente Uefa Ceferin) e che ha trovato una sponda importante nella Fifa che nell'esecutivo di oggi accetterà anche il rinvio al 2021 della Coppa America e posticiperà il battesimo del nuovo Mondiale per Club a 24 squadre («programmeremo con la Federcalcio cinese una nuova data per minimizzare qualsiasi impatto negativo», così il presidente Infantino che in nome della salute tende la mano al «nemico» Ceferin e promette 10 milioni di dollari all'Oms per l'emergenza Covid 19). L'ipotesi di rischedulare l'evento continentale a novembre (quasi un test per il Mondiale 2022 in Qatar) era parsa fin da subito poco credibile e avrebbe sconvolto ancora un calendario già in sofferenza.
La priorità resta la salute, il rinvio era inevitabile, resta dunque da capire (e lo farà una commissione ad hoc) quanto perderà l'Uefa a livello economico. «Spostare Euro 2020 comporta costi altissimi - per ora si stima una cifra vicina ai 300 milioni, ndr -, ma faremo del nostro meglio per evitare che il calcio giocato, il movimento femminile e lo sviluppo del gioco nei nostri 55 Paesi ne possa risentire. Il bene del calcio europeo ha superato ogni discorso legato ai profitti», ha sottolineato Ceferin. Nessuno sa cosa riserva il futuro di quest'emergenza virus: ecco che un'altra commissione si occuperà di riscrivere il calendario delle competizioni.
Campionati (e si spera Coppe) vanno concluse entro il 30 giugno. E l'Uefa ha già messo sul piatto sette ipotesi diverse per la ripresa dell'attività sportiva: la più ottimistica vede la "ripartenza" il 14 aprile - con il mantenimento del format attuale delle Coppe e finali di Europa League e Champions rispettivamente il 25 e il 27 giugno -, la più pessimistica addirittura il 13 giugno, con fine della stagione a luglio inoltrato e turni di Coppa in partita secca. I playoff di Euro 2020 e le amichevoli internazionali, previsti per fine marzo, sono state «congelate» e programmate - virus permettendo - a giugno.
Il piano della Lega di A prevede dunque di riprendere il torneo il 2 maggio, o al più tardi, il 9, a porte chiuse.
Oltre non si può andare, giocando a tappe forzate, magari tre volte alla settimana, tenendo anche conto delle squadre impegnate in Europa che potrebbero anche giocare nei weekend. Se si supera il 30 giugno, i criteri di qualificazione a Champions ed Europa League potrebbero tenere conto dell'ultima classifica disponibile prima di quella data.
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