L'Inghilterra torna regina e si riprende il pallone Vendicando anche l'Italia

Kane all'asciutto, ma Maguire e Alli portano i britannici tra le big. Svezia ridimensionata

L'Inghilterra torna regina e si riprende il pallone Vendicando anche l'Italia

Ci voleva l'Inghilterra per avere giustizia di quella Svezia che ha condannato l'Italia a guardare il Mondiale in televisione. Ci voleva una squadra di un Paese che sta riscrivendo la storia ed è travolta da un tormentone: «football is coming home», il pallone sta tornando a casa. Mezzo secolo e due anni dopo, gli inglesi credono davvero di poter alzare la loro seconda coppa del mondo. Se tre indizi fanno una prova, ne manca solo uno. Sfatata la maledizione dei rigori contro la Colombia, superato il tabù della semifinale che mancava da Italia '90.

Ventotto anni fa, dei ragazzi titolari ieri a Samara, Ashley Young era l'unico in grado di capire con i suoi cinque anni cosa stesse accadendo fino all'epilogo maledetto con la Germania in semifinale. Jordan Henderson e Kyle Walker avevano pochi giorni di vita, Kieran Trippier nella pancia di mamma. Gli altri solo un possibile desiderio per i genitori.

Come Harry Maguire, stesso cognome e clamorosa assonanza del nome con il protagonista di un film cult, ma che ieri ha raccontato la sua di storia. Due anni fa era con gli amici sugli spalti ad assistere alla vergogna dell'eliminazione dell'Inghilterra contro l'Islanda all'Europeo. Due anni dopo fa esultare gli stessi amici, e anche il fratello che per esserci ha avuto il permesso del suo club di saltare un'amichevole. Maguire con un colpo di testa spacca la Svezia e fa volare i suoi. Un'altra testata, stavolta di Dale Alli, spalancherà le porte del sogno. Svezia smontata proprio come aveva suggerito la clamorosa copertina con le istruzioni stile Ikea del Times, che spiegava al Ct Southgate come fare a pezzi gli svedesi. Comunque non aveva bisogno il ct con il panciotto, diventato cult con il boom delle vendite di gilet, tanto che addirittura in tribuna spuntano dei sosia. Anche perché questa Inghilterra è squadra vera, compatta già di suo. E adesso sa anche di avere un portiere vero. Perché Pickford, diventato eroe con il rigore parato a Bacca, ieri è stato fondamentale in almeno tre occasioni nella ripresa. Prima su Berg con il risultato ancora in bilico, poi nell'impedire agli avversari di rientrare in partita sul tiro ravvicinato di Claesson e ancora di Berg. Il nove della Svezia non ha così trovato il suo primo gol al Mondiale, mentre l'altro nove della sfida, il capocannoniere del torneo, è rimasto a secco rimediando solo una potenziale occasione. Ma il suo, Kane l'aveva già fatto trascinando l'Inghilterra in questo sogno. Alla Svezia che fin dal mattino aveva capito che non fosse giornata, con quell'allarme antincendio scattato in hotel che l'aveva butta giù dal letto, ieri per la prima volta forse è mancato davvero Ibrahimovic, perché quando il livello si alza i campioni fanno comodo. Zlatan una di quelle tre occasioni l'avrebbe trasformata in oro.

Ma a Ibra non è rimasto che scommettere e perdere con Beckham. «Se l'Inghilterra vince ti pago una cena ovunque tu voglia nel mondo, ma se vince la Svezia mi compri qualsiasi cosa io voglia da Ikea». Immediata la replica dello Spice Boys: «Se la Svezia vince, ti porterò da Ikea e potrai comprare tutto ciò di cui hai bisogno per la casa a Los Angeles.

Ma se vince l'Inghilterra, voglio che tu venga a guardare una partita della Nazionale a Wembley, indossando la maglia dell'Inghilterra e mangiando fish and chips nell'intervallo». A questo punto gli inglesi sognano di festeggiare con Ibra la coppa del mondo nella prima amichevole nel tempio del calcio.

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