
Là dove c'erano gl'ingiocabili ora c'è una squadra stanca, che ha perso il terzo derby di stagione e che rischia la beffa degli zero titoli in coda a una stagione in cui ha pensato di vincere tutto, e ha provato a farlo. Il primo è andato (in realtà il secondo, stante che la Supercoppa non può contare solo quando la si vince), per il secondo l'Inter sembra dover chiedere aiuto agli altri. Per esempio al Torino, prossimo avversario del Napoli. E poi al Lecce e al Genoa, al Parma e al Cagliari, con le ultime 3 che quando affronteranno Conte potrebbero non avere più nulla da chiedere al loro campionato.
L'Inter sembra avere bisogno degli altri perché quella vista fra Bologna e derby non pare una squadra in grado di farcela da sola, di vincere cioè le ultime 5 partite di campionato (appesantite dalla doppia semifinale Champions), unica via per avere garantito almeno lo spareggio per lo scudetto. Diverso discorso, appunto, se il Napoli lascerà qualcosa per strada.
Inter vittima di se stessa, cioè della sua forza, che l'ha portata fin qui in tutte le competizioni, ma altresì della sua debolezza per reggere il triplo impegno senza contraccolpi. Gl'infortuni, certo. Ma quale squadra non ne ha avuti? L'Inter non fa un mercato vero da tre anni. Chiedere a Inzaghi di alzare l'asticella degli obiettivi senza alzare quello della squadra è stato utopistico, l'ultimo mese e come finirà - dirà anche se è stato un errore. Inzaghi non ha mai messo un aggettivo fuori posto, parlando del suo club. Altri avrebbero fatto diversamente. Pensiamo a Conte, se, per esempio, invece che Gudmundsson, come avrebbe voluto, dal Genoa gli avessero preso il nuovo portiere di riserva. La scorsa stagione, l'Inter ha dominato il campionato, ma a dicembre era già fuori dalla Coppa Italia e a febbraio dalla Champions. La favoletta della doppia squadra va bene per la propaganda o per quelli che non vedono il lavoro dell'allenatore. Poi ci sono i limiti anagrafici e tecnici. L'Inter ha i suoi titolari e le loro riserve. Inzaghi ha sperato nel rinvio della partita con la Roma e allora alla vigilia ha provato la squadra migliore. Niente rinvio, niente titolarissimi. Ne è uscito un ibrido che ha creato più del Milan per mezz'ora, senza però segnare. Poi ha preso gol ed è uscita di scena.
Con lo 0-3 del derby il conto sale a 44 gol subiti in stagione (51 gare). L'anno scorso furono complessivamente 34 (in 49 partite). Ma il dato più preoccupante riguarda le 8 sfide giocate dopo la sosta: Sommer (e Martinez) hanno sempre preso gol, addirittura 12. Inzaghi nega che il problema sia la stanchezza («non dobbiamo cercare alibi») e prova a scuotere la squadra («dobbiamo giocare meglio, evitare errori come quelli che hanno generato il primo gol del Milan»).
Lo aspetta una settimana da psicologo più ancora che ha allenatore. Ieri riposo, perché serviva. Oggi e domani le prove anti-Roma, senza ancora pensare al Barcellona. Tornano in gruppo Dumfries e Zielinski, non ancora Thuram.
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