Supercoppa o Super Simo?

L'Inter la sua squadra, la Lazio la ex: una è la più forte, l'altra la più in forma. Inzaghi ha vinto il trofeo con l'una e l'altra e stasera ritrova Sarri (battuto nel 2019). Ha 4 coppe, 5 sarebbe record

Supercoppa o Super Simo?
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Forse è la vera finale: la squadra più forte contro quella più in forma, Inter contro Lazio, Inzaghi contro Sarri come nel 2019, Inzaghi con la Lazio e Sarri con la Juventus. Vinse Inzaghi, l'uomo di coppa, anzi di Supercoppa. Ne ha già vinte 4, può arrivare a 5 e diventare il primatista italiano, una in più di Capello e Lippi. Per farlo deve scavalcare il passato, vent'anni da laziale, e tanti amici lanciati e lasciati a Roma e ritrovati da avversari a Riad.

Un mese fa l'ultimo incrocio in campionato e la prima vittoria all'Olimpico dopo le batoste secche dei primi 2 anni. Un regalo di Marusic, scartato manco a dirlo da Lautaro e gol nerazzurro in fondo al primo dominato dalla Lazio. Ripresa senza storia, con Thuram a completare il timbro della ThuLa.

Da allora, la Lazio ha solo vinto, 5 partite, compreso il derby di Coppa Italia che è costato il posto a José Mourinho. L'Inter invece da quel successo ha preso a balbettare, la sconfitta col Bologna, il pareggio di Genova, le polemiche col Verona, spazzate infine via dalla goleada di buon viaggio contro il Monza. Pronostico apertissimo, anche se Sarri preferisce nascondersi («loro sono più forti, noi abbiamo il 25/30% di possibilità di arrivare in finale»). Non così Inzaghi, diretto come spesso accade quando si tratta di obiettivi. «L'abbiamo vinta negli ultimi 2 anni e vogliamo vincerne una terza», spiega senza esitazioni. Un milione il premo della Lazio in caso di vittoria della Coppa, un milione e mezzo per i giocatori dell'Inter.

Inzaghi è quello che a Riad si gioca più di tutti, perché entra nella coppa da favorito e perché sa che, oltre al record personale, vincere la Supercoppa non aggiungerebbe nulla alla sua carriera, se poi a maggio non dovesse arrivare lo scudetto. Quello sarà il vero esame di laurea, perché ormai è stato deciso, lo dicono tutti (ultimo Capello) che l'Inter è la squadra più forte, perciò vincere sarà solo conseguenza della sua superiorità. Conta zero che siano cambiati 12 giocatori e che dietro la ThuLa ci sia il vuoto. Più che un bivio, un obbligo.

Entrambi gli allenatori smorzano le polemiche. Sarri quella alzata a viva voce contro la decisione di essere tutti a Riad e bollata dall'ad di Lega De Siervo come una sciocchezza («ma io critico per il bene del calcio italiano»), Inzaghi quella rimbalzata sul deserto saudita per la battuta di Allegri sulle guardie e soprattutto i ladri («normale dialettica, a me quelle parole hanno lasciato indifferente»).

L'Inter nel suo vestito migliore, con Dumfries favorito su Darmian e poi solo titolari (quindi Acerbi in difesa, e centrocampo con Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan, che insegue il 23esimo

trofeo della carriera). Qualche problema in più per la Lazio: Immobile e Zaccagni stringeranno i denti e giocheranno, in dubbio Luis Alberto, fuorigioco Castellanos. In tribuna gli ex illustri Brozovic e Milinkovic-Savic.

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