L'Inter scuce un pezzo di scudetto alla Juventus con una prova che la candida a favorita, anche se in testa stasera potrebbe tornare ad esserci da solo il Milan. Ma non è il primato ritrovato per una notte a convincere che Conte può interrompere il dominio bianconero che proprio lui aveva iniziato, nove tricolori fa. È un derby d'Italia senza storia vinto con irrisoria facilità dall'Inter dopo quattro anni. Non bastano le assenze a giustificare la prova della squadra di Pirlo, che in una freddissima notte ha preso definitivamente atto dei limiti del suo progetto, spesso nascosti solo dalle individualità. Ma ieri sono mancate anche quelle, a partire da Cristiano Ronaldo. Non c'è stata partita per una differenza clamorosa fisica e tecnica e Conte ha potuto godersi la sua prima vittoria da allenatore contro la Juventus. Firmata da Vidal, il grande ex che non festeggia il gol ma non sbaglia la notte più importante dopo tanti fallimenti. E poi Barella sempre più l'anima nerazzurra. Non segna Lukaku, fa scena muta CR7 in una notte da mediani.
Non sono sufficienti le assenze per dare una spiegazione anche se è l'Inter dei titolarissimi, quella disegnata in estate, mentre Pirlo si deve affidare disperatamente a Bonucci-Chiellini. Il problema della Juventus non è che mancano trequarti della difesa titolare, ma l'idea di gioco troppo fragile. E una squadra come l'Inter ha gioco facile a demolirla anche perché per l'ennesima volta Pirlo è in imbarazzo di fronte al 3-5-2 avversario. Nessuna contromisura con Barella e Vidal che fin da subito fanno quello che vogliono addirittura ispirati da un minuto e mezzo di fuochi d'artificio, sparati dai tifosi interisti fuori dallo stadio. L'azzurro pennella per il cileno che segna il suo primo gol in campionato dopo essersi sbloccato in coppa Italia. Conte l'ha studiata proprio così, individuando nella sinistra bianconera il lato debole, con il «povero» Frabotta, che poi finirà infortunato, in balia di Hakimi. Inter padrona del campo, Juve non pervenuta che fatica a superare la trequarti, con i compassati Bentancur e Rabiot sempre nella terra di mezzo. Ramsey non aggiunge nulla, Cristiano Ronaldo si mette in proprio con due tiri innocui da trenta metri, dopo che aveva segnato in fuorigioco sull'unico spunto di Morata. Buon per Pirlo che l'Inter crei potenziali occasioni in serie per segnare, ma Lukaku e Lautaro abbiano la mira sbagliata, e Szczesny deve fare solo una vera parata. Un primo tempo che sconcertante per pochezza della Juve a cui si contrappone quello dell'Inter che non deve dannarsi l'anima per essere superiore in tutto.
Basta aspettare inizio ripresa per capire che non ce n'è bisogno con questa Signora. Lancio di Bastoni a tagliare il campo e Barella vola in porta tra Frabotta e Chiellini: due a zero. Un mistero come fino a ieri sera la difesa bianconera fosse la migliore del torneo, nonostante non avesse mai dato un'impressione di solidità. Quando Pirlo opera il triplo cambio è come se rinnegasse tutte le sue scelte.
Ma non cambia nulla, l'Inter sfiora il tris, mentre CR7 svirgola un cross. L'immagine di quella che tra qualche mese potrebbe essere considerata la resa bianconera. E il passaggio di consegne all'Inter. Milan permettendo.
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