L'ItalAtletica e la carica dei sedicenni. Inzoli salta, Doualla e Succo corrono

Il milanese vince nel lungo, le coetanee brillano

L'ItalAtletica e la carica dei sedicenni. Inzoli salta, Doualla e Succo corrono
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Dietro Mattia Furlani e Larissa Iapichino, le stelle del presente dell'atletica azzurra, c'è una baby Italia che spinge. L'ultimo piccolo fenomeno ad aggiungersi alla collezione di un movimento che scoppia di salute meraviglioso ieri il primato del mondo indoor del marciatore Francesco Fortunato nei 5000 battuto dopo 30 anni si chiama Daniele Inzoli. Ha solo 16 anni, ma sogna già in grande, del resto i suoi idoli sono Valentino e Hamilton. Agli Assoluti indoor del PalaCasali mancano Kelly Ann Doualla e Alessia Succo, le due giovanissime sprinter che hanno fatto furore in quest'inizio di anno, allora la copertina se l'è presa un ragazzo milanese cresciuto in zona Lambrate e che salta lunghissimo sulla scia di Mattia Furlani, bronzo olimpico a Parigi all'età di 19 anni. «Ci conosciamo, sarebbe bello raggiungerlo», sorride Daniele, figlio di papà italiano (Angelo) e mamma camerunese (Danielle), casacca dell'Atletica Riccardi Milano 1946 e seguito ad Ancona da un maestro come Fabrizio Donato. Intanto, nella rincorsa all'8,34 di Mattia si prende in 7,93 la migliore misura italiana al coperto per un allievo (under 18). Fa impressione sapere che quando Andrew Howe vinceva un argento mondiale a Osaka 2007 lui non era ancora nato.

È un'atletica italiana che, tolta la nota vicenda dello spionaggio Tortu-Jacobs, vola sulle ali dell'entusiasmo, con una nuova generazione di talenti. E a proposito di voli, ieri nel salto in alto si è preso alla quota di 2,28 il titolo nazionale Matteo Sioli, 19 anni, altro milanese (Paderno Dugnano), proprio davanti al padrone di casa e spettatore Tamberi, la cui gigantografia nel palazzetto serve a ricordare che i sogni si possono davvero realizzare con la fatica e il sudore. Facevo fatica a superare l'asticella, ma mi ha aiutato molto il sostegno di Gimbo, e di tutti gli altri compagni in pedana, racconta l'argento dei Mondiali U20.

Altro talento del serbatoio tricolore è la 18enne Elisa Valensin, oggi in finale sui 400, anche lei milanese di Segrate, nonostante la carenza di impianti all'ombra della Madonnina.

Per fortuna i giovani che hanno voglia di emergere in mezzo alle evidenti difficoltà ci sono. La speranza è nella luce degli occhi di questi ragazzi cresciuti grazie all'effetto Tokyo e che puntano in grande ai Giochi di Los Angeles 2028, ma addirittura guardano anche più in là, ossia Brisbane 2032.

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