L'Italia delle medaglie è un buco nell'acqua

Nuovo flop di Scozzoli, nostro uomo di punta: solo 5° nei 100 rana. "Un altro podio regalato". La Bianchi ci prova, ma chiude sesta 

L'Italia delle medaglie è un buco nell'acqua

nostro inviato a Barcellona

Lei ci ha provato, Lui si è solo annacquato. Italia senza più cavalli nel motore. O quasi. Lontano da Fede, lontano dal podio, la storia continua: Ilaria Bianchi e Fabio Scozzoli hanno la faccia dei ragazzi–simpatia, fuori dell'acqua sono manna giornalistica per la fresca verve e la voglia di stupire. Peccato che, poi, in acqua si stupiscano loro: di se stessi. Ieri sono usciti dalla vasca, dopo aver preso qualche altra randellata all'umore e all'amore per il podio, con la faccia di chi dice: non capisco. Certo toccherebbe anche ai tecnici capire e far capire. E forse la spiegazione più semplice e più cruda l'ha regalata Claudio Rossetto, tecnico di Dotto e l'anno passato della Pellegrini: «Abbiamo avuto un decennio di grandi atleti, quelli di oggi sono di valore inferiore. Non sono così bravi come gli altri».

Scozzoli forse non ci crederà, tanto che ieri sera davanti al suo quinto posto nella finale dei 100 rana, se l'è presa con se stesso, non certo con la bravura degli avversari. «Un'altra medaglia regalata. Anche se questa delusione è meno dura di quella olimpica: i mondiali arrivano ogni due anni». L'anno scorso, a Londra, il nostro finì settimo con un tempo leggermente peggiore (59”97 contro 59”70 di ieri). Ma resta il motore grippato. Sia a Londra, sia qui a Barcellona non si è rivisto il meraviglioso finisseur che acchiappò due argenti al mondiale di Shangai (50 e 100), piuttosto un noioso impiegato d'acqua che non ha mai trovato lo spunto: quarto al passaggio dei 50 metri, un accenno alla riscossa fino ai venti metri finali, eppoi sotto. Stavolta l'oro non va a Van der Burg, ma all'australiano Sprenger (58”79) davanti al sudafricano. Sprenger era l'uomo da battere, visti i tempi stagionali, e Scozzoli gli stava subito dietro nel 2013. «Poi sul podio si è infilato il brasiliano Lima perché io gli ho lasciato lo spazio. Anche se il bronzo non sarebbe stato una gran consolazione, ero venuto per cercare qualcosa di più». Cinque centesimi di differenza tra una medaglia e un buco nell'acqua.

In tanta sicurezza ci sono golosità e presunzione? Forse. Stesse scene e stesse delusioni vissute a Londra: prima e dopo. «Le delusioni ci sono e bisogna mandarle giù», ha concluso Scozzoli, pronto a studiare gli errori. Andrebbe rivisto qualcosa nel motore. Racconta il nostro di essersi sentito stanco sempre, prima e dopo la gara. Ieri ha chiesto una sedia: la testa girava, serviva acqua da bere. «Niente di grave». E stamane le batterie dei 50 rana. Come suol dirsi: speranza ultima a morire.

Il sorriso un po' spento di Ilaria Bianchi dice, invece, che il mondo è ancora troppo grande per lei. Terza alla virata dei 100 farfalla, ha chiuso come si trovasse su un piano inclinato. Peccato, perché quel tocco ai 50 m era stata una scintilla. «Ho perso una grande occasione, ma ho esagerato nella vasca d'andata. Ho pensato che la mia forza era nel ritorno. Ero sicura di tornare bene. Ma stavolta mi sono sentita fiacca. Visti i tempi delle qualificazioni mi sono detta: forza, svegliati, fai qualcosa. Stavolta ho imparato a cercare più equilibrio in gara. Me ne dovrò fare una ragione». Sì, ma forse non basterà per entrare fra le grandi del mondo: c'è almeno un secondo da recuperare, un po' troppo. In realtà il 6° posto (58”11) segna un punto in meno rispetto al quinto di Londra, ma gli equilibri sono gli stessi. Successo della svedese Sjostrom, che aveva il miglior tempo dell'anno, davanti all'australiana Coutts e all'americana Vollmer che l'anno passato vinse a Londra con tanto di record del mondo.

Ieri, invece, il record del mondo è arrivato da un'altra delle sedicenni terribili. Ruta Meilutyte, indemoniata lituana dai piedi calibro 43, ha dimostrato l'essenza di forza della natura passando dal record d'Europa (1'04”52) delle batterie al record mondiale (1'04”35) della semifinale dei 100 rana.

Da bimba faceva a gara con i fratelli per arrampicarsi sui rami più alti degli alberi e si beveva tutti quando c'era da spaccare legna. Figuratevi per sbarazzarsi di quattro ragazzine in vasca. Ha dato quasi un secondo alla russa Efimova. E per regalo si concederà un piatto di aringhe e pancetta affumicata, ripassata con cipolla. Magari sarà doping….

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