Padroni d'Europa

L'Italia finisce gli Europei con il botto: 4x100 oro con Melluzzo, Jacobs, Patta e Tortu. Argento Iapichino e 4x400, bronzo Arese nei 1500. Azzurri in vetta con 24 medaglie

Padroni d'Europa
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Incredibile Italia. Le frecce tricolori scrivono un nuovo capitolo della loro storia: Jacobs e compagni conquistano l'oro europeo nella 4x100. E finalmente la staffetta vincitrice all'Olimpiade giapponese sfata il tabù del titolo continentale mai vinto in precedenza. Ci pensano Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs (incredibile 8''98 lanciato), Lorenzo Patta, Filippo Tortu a colmare il vuoto nella casella degli ori nella prova a squadre veloce. L'Italia taglia il traguardo in 3782, secondi i Paesi Bassi (3846) e terza la Germania (3852). Finisce con il pubblico dello Stadio Olimpico che canta «popopopo» e con l'abbraccio fra i frazionisti. I Gladiatori d'Italia.

Che gioia per la farfalla Larissa Iapichino, che vola sull'argento nel lungo come fece mamma Fiona a Budapest nel '98. La fiorentina, battuta solo dalla tedesca Mihambo (7,22) acciuffa il podio solo al sesto e ultimo balzo (6,94 metri), arrivato dopo una gara sempre in crescita. «Sono riuscita a tirar fuori il meglio di me, è un argento bellissimo in casa», spiega Larissa. Altra staffetta da podio è la 4x400 maschile, con Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli e Edoardo Scotti, che battono al fotofinish la Germania e agguantano l'argento. «Non potevamo sminuire i nostri compagni non facendo bene», dice l'ultimo frazionista Scotti. C'è anche il bronzo di Pietro Arese («finalmente ho qualcosa al collo, i ragazzi mi chiamano presidente, è stato un bel momento dirlo a Mattarella») nei 1500 vinti dal fuoriclasse norvegese Ingebrigtsen. Tutto questo avviene sotto gli occhi di Sergio Mattarella che non voleva perdersi la serata conclusiva di un'edizione dei Campionati Europei di atletica che resterà negli annali. Gongola il presidente federale, Stefano Mei, che può gonfiare il petto e affermare: «Siamo la Nazione più forte d'Europa». Lo dicono il totale delle medaglie: 23 (11 ori, 9 argenti, 3 bronzi), numeri senza precedenti nella storia azzurra. Fra i tanti successi, quelli dei campioni olimpici Tamberi, Jacobs e Palmisano, delle solide realtà Fabbri e Crippa, e delle giovani leve come Simonelli, Battocletti e Fantini. «Questa Italia non è più solo figlia della Generazione Tokyo: Simonelli e il suo formidabile 13.05 sui 110 ostacoli sono il simbolo della New wave azzurra, con un'età media molto giovane», dice il direttore tecnico Antonio La Torre. «Sono commosso da questi ragazzi - spiega Mei -. Abbiamo cercato di formare questo gruppo di atleti educati e determinati, che hanno percepito la presenza di una Federazione che crede nelle loro qualità.

Qualità indiscutibili, che fanno dire al presidente: A Parigi c'è la possibilità di fare meglio che a Tokyo (5 ori) come numero complessivo di medaglie». Vola basso La Torre, che sostiene come «Parigi sarà un'altra storia rispetto all'Europeo e sarà ancora più importante stare con i piedi per terra».

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