L'Italia resta senza gol. E Jorginho rompe il gioco. "Non credete in noi..."

Zaniolo può riaccendere l'attacco. Il regista tra le scuse per l'errore e la difesa: "Dato tutto"

L'Italia resta senza gol. E Jorginho rompe il gioco. "Non credete in noi..."

Il fatto che l'Italia non possa più permettersi di vivere di ricordi lo dimostra la faticosa ripartenza degli azzurri - la squadra crea ma non gira bene come faceva due mesi fa - nelle qualificazioni mondiali. Quella vittoria ora sta diventando un fardello. Lo spirito è rimasto quello dell'Europeo, ma ci manca quella cattiveria sotto porta che rende vana la mole di occasioni create. Tanto che l'immagine più nitida della notte di Basilea è quel rigore fiacco di Jorginho sventato da Sommer.

«Sono parecchio arrabbiato per l'errore, fa male e mi dispiace, era un momento importante della gara. Mi prendo la responsabilità, la squadra meritava la vittoria», così il centrocampista del Chelsea alla Rai. Poi l'attacco diretto a chi critica gli azzurri e la carica ai compagni: «Per qualcuno si è rotto l'incantesimo? Lasciamoli parlare. Ora ci mancano i gol, il calcio è così. In questo momento si parla soltanto dei nostri errori e delle cose negative, ma molti si stanno dimenticando quanto di buono abbiamo fatto fin qui. Crediamo nella qualificazione come Mancini. Se non crediamo in noi stessi chi lo farà? Voi? Non credo. Daremo tutto come sempre: è vero che non abbiamo vinto con Bulgaria e Svizzera, ma abbiamo messo tutto in campo come abbiamo sempre fatto».

Molti degli interpreti della truppa di Mancini hanno le pile scariche, come ci capita spesso a settembre. Per ora il ct si è affidato di fatto all'usato sicuro, non rinunciando però alle cinque sostituzioni in corso d'opera, regola base del calcio moderno e una delle armi decisive per la vittoria continentale, senza però avere da tutti le risposte attese. E se capitan Chiellini parla di una prestazione addirittura migliore del 30 agli elvetici di giugno, non si può non guardare al momento complicato della truppa. Non agevolato da qualche scelta del ct: ad esempio l'impiego nel finale di gara a Basilea di un Verratti non al meglio o l'aver trascurato Pellegrini. Ma entrambi da ieri sono già tornati nei loro club perchè acciaccati, quindi niente Lituania.

E poi il problema più grave: Immobile è sempre più in difficoltà in azzurro, ma è il tipo di gioco che lo penalizza (vedi i continui richiami di Mancini all'attaccante sui movimenti da compiere in campo) anche se non c'è da dimenticare l'assist a Chiesa contro la Bulgaria. Così l'ultima idea partorita a Basilea di Zaniolo falso nove, lui che il centravanti l'ha già fatto nella Roma e mostra maggiore duttilità nel dialogo con i compagni di nazionale, sembra la mossa che potrebbe permettere di uscire dall'impasse. Con la Svizzera il suo innesto non ha pagato, ma quell'idea di non avere un centravanti di ruolo, mai abortita da Mancini nel suo corso azzurro, ci sta e avrà un futuro. In attesa magari che i vari Raspadori, Kean e Scamacca crescano in fretta per iniziare a garantire altre alternative offensive.

Insomma, lo Zaniolo recuperato alla causa azzurra e il Chiesa quasi insostituibile: sono loro l'antidoto alla crisi che in autunno dovrebbe - si spera - essere un lontano ricordo. Intanto Mancini trova la difesa di Buffon: «Due pareggi figli della casualità, stiamo pagando quel briciolo di fortuna avuto in precedenza».

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