L'Italrugby sfida il Canada ma pensa già al Sudafrica

L'Italrugby sfida il Canada ma pensa già al Sudafrica

L'idea che il Canada possa farci paura è decisamente fuori dai radar azzurri. Dopo la vittoria netta nel punteggio ma da rivedere nei contenuti, l'Italrugby si ripresenta al mondiale per la sfida di Fukuoka con il XV della foglia d'acero, arrivato in Giappone grazie ai ripescaggi. Non è più la squadra di qualche anno fa quando vennero a cogliere anche una vittoria in terra italiana, li abbiamo battuti anche nel girone di qualificazione dell'ultimo mondiale inglese e oggi il bilancio ci mette avanti 7 a 2 quanto a vittorie. Sulla carta, quindi, azzurri favoriti anche a dispetto della prova scricchiolante con la Namibia. Pesano le tre mete subite contro i gli africani passati troppo facilmente anche in prima fase tra le maglie della difesa azzurra. E pesano non tanto se si guarda alla sfida con i canadesi, quanto piuttosto se si pensa alle gare della vita con Sudafrica e All Blacks che dovranno smentire un pronostico già scritto. Anche se il primo giro di partite del mondiale ha messo in luce una fase difensiva non proprio impeccabile anche da parte dei top team. Si salvano solo Inghilterra e Irlanda che consolidano il ruolo di favorite della vigilia.

Ecco allora che la sfida con il Canada serve a O'Shea per fare l'ultimo tagliando prima delle gare decisive. Riposa Parisse, dentro Steyn con Polledri e Negri al fianco, soluzione già provata con Mbandà nella migliore uscita azzurra in casa contro gli Irish al Sei Nazioni. Maxime sarà in panchina insieme a Riccioni, una delle sorprese del mondiale con Ruzza (il migliore con la Namibia). In seconda linea tornano Budd e Sisi, con Braley per la prima volta titolare in azzurro nel ruolo di mediano di mischia. Cambia anche l'estremo (Minozzi) con Hayward nella cerniera dei centri insieme a Campagnaro. Nuovo assetto, quindi, anche perchè gestire le risorse in un mondiale è altrettanto fondamentale.

Lo sa bene il ct che cambia una squadra senza preoccuparsi troppo di adattarla all'avversario. Cerca soluzioni e anche se non lo dice ha nel mirino già gli Springbooks: «Tutti vorrebbero sempre scendere in campo, ma a volte devi prendere delle decisioni».

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