Biscotto è stato. Ma al contrario e inutile. Amarissimo, avvelenato. Perché l'Inter pareggia in casa contro lo Shakhtar e viene clamorosamente eliminata dalla Champions League. Perché il Real Madrid vince in casa con il Borussia Moenchengladbach, si qualificano spagnoli e tedeschi, e i nerazzurri in novanta minuti non riescono a fare un gol. Degno epilogo di una Champions disastrosa, chiusa con una vittoria in sei partite. Un fallimento pesante, che ora Antonio Conte e l'Inter dovranno essere bravi a metabolizzare perché potrebbe avere ripercussioni pesantissime sul prosieguo della stagione. Una delusione clamorosa che deprime più se possibile dell'idea del biscotto altrui che Conte aveva respinto alla vigilia. Invece c'è uno zero a zero amarissimo da ingoiare che rinvia l'appuntamento agli ottavi di Champions per il decimo anno di fila: l'Inter non supera lo scoglio del girone dal 2011. C'è una fotografia che immortala una notte stregata: in pieno recupero la testata vincente di Sanchez centra la testa di Lukaku. A questa si può aggiungere la clamorosa traversa centrata a inizio gara da Sanchez, più un paio di parate strepitose del portiere. Una notte che allunga ombre sul futuro di un progetto che sembrava aver svoltato dopo la sconfitta con il Real Madrid di due settimane fa. Invece è tutto da rifare, fuori da tutto ma c'è ancora uno scudetto da giocare.
Conte alla fine ha avuto ragione solo in una cosa, nel fidarsi dell'amico Zidane, sicuro che il Real Madrid non avrebbe fatto pastetta. Benzema in mezz'ora ha mandato i segnali giusti dall'Alfredo Di Stefano. Ma i nerazzurri non ne hanno approfittato con una prestazione monotona, senza quel cambio di passo che sarebbe servito per la qualificazione. Senza furia, ma solo disordine nel finale che non è stato pazzo come in passato.
Chi deve mandare giù l'ennesimo rospo è anche Eriksen che resta a guardare per l'ennesima volta, perché Barella c'è. Il primo tempo si apre con Lautaro Martinez che spacca la traversa da pochi metri, poi scorre via con l'impressione che l'Inter possa far male allo Shakhtar quando vuole. Il tiro a colpo sicuro di De Vrij è murato praticamente sulla linea di porta, Lautaro ci riprova altre due volte, mentre Lukaku non tira mai anche se sfonda in un paio di occasioni. Nella ripresa il belga trova la spizzata di testa solo il miracolo del portiere gli nega il gol. Minuto sette, lo stesso della traversa di Martinez. Un numero stregato. Gli ucraini mettono il naso fuori dalla loro metà campo, dopo essersi rifugiati nel possesso palla organizzato. Conte si convince a cambiare qualcosa. Dentro Perisic per Young. Inizia a crescere l'ansia e allora ecco Sanchez al posto di Gagliardini con il cileno a fare il trequartista. A cinque minuti dalla fine il triplice cambio compreso Eriksen al posto di Lautaro, ma Lukaku «para» in fuorigioco la testata di Sanchez.
Trubin vola anche sul destro di Eriksen che avrebbe cambiato la sua storia ma soprattutto quella dell'Inter. Troppo tardi i cambi, tradito da Lautaro e soprattutto da Lukaku. Dalla neve di Istanbul alla pioggia di Milano, per Conte in Europa non cambia niente.
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