Jacobs, notte da re di Roma. Sul trono con Fabbri e Simonelli

Il sabato delle meraviglie della squadra azzurra iniziato in modo Fortunato e completato dall'atteso riscatto di Marcell Jacobs oltre che dal sorprendente Ali

Jacobs, notte da re di Roma. Sul trono con Fabbri e Simonelli
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Il sabato delle meraviglie della squadra azzurra iniziato in modo Fortunato e completato dall'atteso riscatto di Marcell Jacobs oltre che dal sorprendente Ali. Un sabato con sei medaglie - un inedito per l'atletica azzurra - con tre ori in 42 minuti. Nel segno della F di Fabbri, Furlani e Fortunato, nella S di Simonelli e dei nostri sprinter. Effe come felicità quella che sprizzano Leonardo, Mattia e Francesco che si siedono su tre diversi gradini del podio continentale. Esse come sogno realizzato da Lorenzo Ndele che si regala un titolo continentale dopo l'argento iridato nei 60 indoor. Ma esse anche come lo sprint i 100 di Marcell e Chituru, autori di una doppietta che regala positività per i Giochi di Parigi anche nella staffetta. Niente 10 netti e una smorfia di dolore per Jacobs al traguardo che non oscura la sua splendida gara. Nella quale trascina dietro di sè anche Ali, l'uomo nuovo della velocità di casa nostra.

Prima di loro, Fabbri ancora una volta aveva sparato il peso sopra i 22 metri, misura diventata per lui la normalità. Il 22.45 è record dei campionati europei e vale un oro che fa seguito all'argento mondiale di un anno fa e non stupisce per lo stato di forma del 27enne aviere fiorentino. Che durante la gara alza le braccia verso il pubblico in cerca dell'ovazione e alla fine festeggia con la corona e avvolto dal tricolore. «Nel riscaldamento ho avvertito caldo e crampi, poi in gara le cose sono migliorate e ho mantenuto la concentrazione fino al sesto lancio. Bisognava vincere, l'obiettivo diventa ora battere gli americani a Parigi», così il neo campione.

Un oro tra gli ostacoli a suon di miglior tempo europeo dell'anno (un sensazionale 13''05 che ovviamente è anche primato italiano). Simonelli, il 22enne nato in Tanzania da padre italiano che a 5 anni lo porta a Roma, urla la sua gioia una volta tagliato il traguardo. «Dedico questo risultato a tutti quelli presenti all'Olimpico, avevo tantissima voglia di spaccare e ho fatto una finale bellissima. La mia crescita? Sta seguendo quella della squadra», le parole di un Lorenzo ancora incredulo.

Si ferma all'argento, ma non è certo una sconfitta, il 19enne Furlani. Avvincente e degna di una finale olimpica la gara del lungo con Tentoglou e il nostro Mattia: il greco si issa subito in testa con 8.42, arrivando poi per due volte a un incredibile 8.65 (record dei campionati, nessuno come lui quest'anno); l'azzurro salta 8.38 migliorando di due centimetri il record mondiale Under 20 conquistato nemmeno un mese fa a Savona. Il 19enne di Marino incappa nei nulli e al terzo salto regala 32 centimetri sullo stacco. «È stata la gara più bella della mia vita, un'emozione unica, sono sicuro che nei prossimi anni, perfezionando la rincorsa, posso migliorare. Bisogna rispettare la mia crescita», dirà Furlani.

Marcia di bronzo per il 29enne finanziere di Andria Fortunato, un altro pugliese sul podio dei 20 km. Il massimo che l'Italia, orfana di Stano, poteva ottenere. «Diciamo che non volevo essere da meno di Anto e Vale (Palmisano e Trapletti, ndr), facciamo finta che serviva il bronzo per completare l'opera.

Ora testa a Parigi, ci vediamo il 1° agosto alle 7.30 di mattina, mettete la sveglia...». E dopo la fantastica doppietta nei 100, oggi tocca a capitan Tamberi che cercherà una comoda qualificazione alla finale di martedì.

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