Una sorpresa. Che se il destino fosse rispettoso lascerebbe durare almeno fino a Natale. L'Union Berlino è stata da sempre una squadra particolare. Anche quando non aveva i riflettori puntati addosso come ora che è capolista in Bundesliga (a +4 dal Bayern). Dopo la seconda guerra mondiale era la società che andava contro il regime. Divideva infatti la Berlino Est con la Dinamo Berlino (la squadra della Stasi), club che in quegli anni dominava il campionato. Sugli spalti i tifosi non la mandavano a dire: ad ogni calcio di punizione a proprio favore, i sostenitori dell'Union intonavano un coro significativo. La parola «Mauer» in tedesco significa sia «muro» che «barriera». Dagli spalti si sentiva regolarmente il coro «Die Mauer muss weg», cioè «il muro/barriera deve esser tolta». Il regime della DDR però non ha mai particolarmente amato l'Union, che non a caso non è mai arrivato al vertice. L'Union attuale sfrutta una grande organizzazione di squadra: 44 gol incassati l'anno scorso, appena 6 quest'anno (miglior difesa). Il tutto a costi bassi: nella sua storia solo due giocatori sono costati più di 5 milioni . Negli ultimi anni i tifosi dell'Union hanno trovato anche un bel modo per celebrare il Natale. Dal 2003 si riuniscono la notte del 23 dicembre per cantare insieme le canzoni natalizie. Ben 27.500 persone in uno stadio che ne contiene 21mila (molti si mettono sul terreno di gioco). Ad avere l'idea fu Torsten Eisenbeiser, capo della tifoseria, il 17 dicembre 2003. L'Union aveva perso in casa per 2-1 col Burghausen e la gara successiva sarebbe stata 40 giorni dopo.
Organizzò quindi una festa natalizia per salutare gli amici con il sorriso sulle labbra e non a testa bassa. Il primo anno si ritrovarono in 89. Poi la tradizione prese piede. Ora, a sorpresa, è capolista. E i tifosi sperano duri fino a Natale. Lo meriterebbero...
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