Il Milan fa quattro in Champions league. È la prima volta che gli succede. E il quarto successo gli consente di salire a quota 12 punti e di continuare a sperare in una clamorosa qualificazione nelle prime otto della classifica. Due raggi di sole riscaldano una modesta esibizione calcistica: il primo è quello di Leao che nel primo tempo trasforma in oro un lancio di Fofana. Il secondo è di Abraham che si avvale nell'occasione di una palletta tornata sui suoi piedi dopo la traversa colpita grazie al colpo di testa di Camarda. Così il Milan vincente ma non convincente può timbrare la pratica Champions e pensare al campionato da qui fino a gennaio.
Comincia male la prima frazione e si conclude meglio, molto meglio. Perché l'inizio del Milan è da squadra balbuziente, incapace di darsi gioco fluido, anzi rischiando subito sulla traversa timbrata dal 17enne Maximovic dopo una serie di rinvii difensivi pasticciati (tanto per cambiare). A metà tempo poi, dopo tanti errori tecnici, altre nuvole si addensano su San Siro rossonero pieno di star del passato (da Thiago Silva a Sheva e Tassotti): nel giro di 3-4 minuti Fonseca perde prima Loftus Cheek (adduttore destro) e poi Morata (flessore sinistro) e si ritrova costretto a due cambi (entrano Chukwueze e Abraham) non previsti. Nel grigiore della serata poco promettente si arriva al lampo che acceca la Stella Rossa. La premiata ditta Fofana-Leao è quella che incanta: lancio del francese, in corsa stop col destro e volée di sinistro del portoghese che firma il primo gol europeo a San Siro della stagione. È una perla di gol. Sullo slancio anche Abraham, mosso da Leao, ha l'occasione per segnalare la sua vivacità: il suo destro è deviato in angolo.
Un lampo non può illuminare una serata di calcio modesto. E la Stella Rossa, grazie a un cambio, a metà ripresa trova il meritato pareggio. Merito dell'ultimo arrivato, Radonjic, ex Toro, che si libera dell'opposizione modesta di Musah e azzecca il tiro della domenica finito nell'angolo alto, irraggiungibile per Maignan. Da quel momento in poi, invece di rammendare il suo gioco, il Milan non riesce a trovare una manovra degna di citazione e deve puntare su qualche assalto cieco per recuperare il successo. L'emozione finale si concentra sull'arrivo dalla panchina di Camarda, uno dei protagonisti dell'assalto finale e del 2 a 1 firmato da Abraham.
Il colpo di testa del giovanissimo attaccante del vivaio rossonero, deviato dal portiere sulla traversa, consente ad Abraham di chiudere in gol e ridare un sorriso allo stadio e alla panchina rossonera. Il merito principale è di questo ragazzo adottato fin da bambino dal tifo milanista, già in gol (poi annullato) contro il Brugge.
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