Queste prime 4 giornate di Serie A sono state contraddistinte da spettacolo ma anche da una piaga sociale come il razzismo. Da Cagliari, a Parma (in Atalanta-Fiorentina), fino ad arrivare all'episodio di ieri a Brescia quando qualche tifoso ha apostrofato Miralem Pjanic con un eloquente "Zingaro di m...". Tutti gli addetti ai lavori hanno stigmatizzato questi gravi episodi con il numero uno del calcio mondiale Gianni Infantino che è stato duro su quanto avviene in Italia.
Anche Giovanni Malagò, numero uno del Coni, ha voluto dare la sua opinione, controcorrente, ai microfoni di Radio 24. Le sue parole faranno sicuramente discutere: "Il tifoso che fa 'buuu' a un giocatore di colore sbaglia, ma è ancora più sbagliato quando uno che guadagna tre milioni di euro si lascia cadere in area e magari è anche contento di prendere un calcio di rigore". Malagò ha poi corretto il tiro entrando nello specifico e parlando di razzismo negli stadi: "In Italia c'è una forma permissiva di tolleranza verso chi fa ululati o lancia una banana. Se anche Antonio Conte, tornato dall'esperienza in Inghilterra, ha trovato le cose peggiorate, bisogna riflettere. Ho molto apprezzato il ministro Spadafora perché ha subito aggredito l'argomento".
Il numero uno del Coni ha poi parlato della violenza negli stadi: "Molte nazioni erano messe peggio di noi e invece sono intervenute in modo concreto.
Io ho partecipato a tantissimi incontri nel corso degli anni, tavoli tecnici presieduti dagli incaricati alla pubblica sicurezza, e ho sempre sostenuto una tesi: non può che esserci una certezza delle pena, con tolleranza zero, perché qualsiasi ragionamento fatto all'acqua di rose non è servito a debellare questo problema. La responsabilità oggettiva? È un pilastro della giustizia sportiva e non solo del nostro Paese. Qualcuno deve essere garante, altrimenti nessuno paga perché non c'è il colpevole".
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