Manchester ricorda la tragedia aerea dello United

Folla all'Old Trafford per la cerimonia in memoria delle vittime dello schianto di Monaco nel '59. La commozione nell'anniversario più duro dopo la tragedia dello Chapecoense

Manchester ricorda la tragedia aerea dello United

Alle 15.04 di ieri tutta Manchester s’è fermata. Per una volta non reggono le rivalità, non importa essere fan dello United o tifoso del City. Ieri Manchester s’è fermata per rendere onore alle vittime della tragedia aerea di Monaco di Baviera, nel 59esimo anniversario dello schianto che costò la vita a ventuno persone (tra cui otto calciatori) e uccise il sogno dei Busby Babes.

Quello celebrato ieri è stato l’anniversario più triste. Perché ancora non s’è rimarginata la ferita di Medellin, dove a novembre s’è schiantato l’aereo che trasportava in Colombia, per la finale di Copa Sudamericana, lo Chapecoense. La tragedia che ha colpito il calcio brasiliano ha rinnovato il dolore, mai sopito, che l’Inghilterra prova ancora per il disastro aereo del 6 febbraio del 1959. E che straziò i cuori degli sportivi a meno di dieci anni dalla tragedia di Superga in cui perì il Grande Torino, forse il primo dramma sportivo di quella che, purtroppo, sarà una lunga e straziante serie.

Il Manchester United aveva appena impattato, fuori casa a Belgrado per 3 a 3, la gara di ritorno di Coppa dei Campioni contro la Stella Rossa. Gli inglesi avevano passato il turno e, adesso, dovevano solo far ritorno a casa per il campionato. Per volare dall’ex Jugoslavia fino a Manchester c’è bisogno di uno scalo tecnico per il rifornimento, previsto a Monaco di Baviera. Ma qualcosa va storto e inizia a nevicare. Dopo la sosta, l’aereo prova a decollare due volte, senza riuscirci. Ce la fa la terza volta ma non riesce a prendere quota e, così, si schianta al suolo.

Sopravvivono solo ventitré persone delle 44 a bordo, perdono la vita otto calciatori. Si salva Matt Busby, dirigente tecnico della squadra e si salva il giovanissimo Bobby Charlton, destinato a diventare un mito del football. Ma si spezzano i sogni di campioni giovanissimi come Tommy Taylor, Mark Jones, Geoff Bent, Liam Whelam, David Pegg, Roger Byrne, Eddie Colman. Dopo quindici giorni morirà in ospedale anche Duncan Edwards. Con loro perdono la vita tre membri dello staff tecnico, otto giornalisti, due membri dell’equipaggio, un agente di viaggio e un tifoso.

La morte, però, non ne ha cancellato il ricordo. Sono loro i Fiori di Manchester, la cui memoria ha raccolto ieri centinaia di tifosi e di sportivi davanti allo stadio dell'Old Trafford e che, a distanza di tanti anni, commuove ancora l’Inghilterra.

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