Al vantaggio di giocare di pomeriggio prima della Champions, l'Inter somma un'ora supplementare di riposo, chiudendo la questione Verona dopo 25 minuti, così Inzaghi può pensare al Lipsia già all'ora della merenda, senza dovere aspettare la cena. Tutto troppo facile, dopo un paio di brividi in avvio (papera di Sommer, traversa di Tengstedt) e l'unica brutta notizia del sabato nerazzurro (ennesimo infortunio per Acerbi). Thuram per Correa e Correa per Thuram, più Bastoni ancora per Thuram: 3 gol in 8 minuti e poteva finire lì. Invece la manita arriva già prima del riposo, prima De Vrij e poi Bisseck, platealmente invitato da Barella a moderare l'esultanza (un gol però è sempre un gol, soprattutto per un giovane difensore).
E così, in chiave Champions, proprio Barella non torna in campo dopo l'intervallo, mentre mezz'ora Inzaghi la risparmia anche a Thuram e Bastoni («tutti ragazzi che arrivavano dalle Nazionali e avevano bisogno di rifiatare»), prima di mandare in campo anche il redivivo Buchanan, col quale nel finale adotta l'inedito 4-2-3-1, probabilmente più un vezzo di un esperimento. Del resto contro un simile Verona, l'Inter avrebbe potuto permettersi ogni cosa. La squadra di Zanetti, l'unica squadra che non ha mai pareggiato in 13 partite, ha la difesa più battuta del campionato (32 gol al passivo, 9 in più della seconda peggiore) e a nulla è servito provare a mettersi a specchio contro i nerazzurri. «Siamo stati indegni», la cruda sintesi di Zanetti. Prima conseguenza, ritiro immediato. La seconda, facile ipotizzarla se il tecnico non rimette la barra dritta.
In attesa del Napoli, l'Inter torna invece per la seconda volta in stagione in testa al campionato, ma fra le tante, la notizia migliore del pomeriggio è la partitona di Correa, per la prima volta titolare, che al gol che schiude il risultato, somma 2 assist e altrettante traverse. Ha fatto cioè più lui in una partita che Taremi e Arnautovic in 3 mesi. «Ha sempre lavorato molto bene e per come si è allenato durante la sosta avevo già deciso da tempo di farlo giocare», svela Inzaghi, cui la febbre improvvisa di Lautaro ha dato una mano nelle scelte. La speranza è che il capitano recuperi completamente prima della Champions, nella quale ovviamente Correa non potrà esserci, in quanto fuori dalla lista Uefa, ultimo per decisione dell'Inter fra i 5 attaccanti in rosa.
«Mi ha fatto piacere il modo in cui i compagni hanno condiviso con me la gioia del gol, mi hanno sempre aiutato», racconta Correa, rientrato in estate dal brutto prestito a Marsiglia (poche partite e nessun gol). Asticelle più alte del Verona diranno se Inzaghi ha davvero ritrovato l'attaccante che ha voluto con sé all'Inter.
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