Manuel, cecchino a S. Siro. La storia che si ripete nello stesso giorno ma con la maglia diversa

Il 22 ottobre di sette anni fa aveva regalato la vittoria ai rossoneri con un tiro dalla distanza. Ieri ci ha provato e a dargli una mano ci hanno pensato Krunic e Weah junior. È diventato un predestinato per questa sfida

Manuel, cecchino a S. Siro. La storia che si ripete nello stesso giorno ma con la maglia diversa
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Appuntamento a San Siro, nemmeno fosse una fidanzata. Stesso prato, stesse maglie. Che, poi, prima la maglia fosse rossonera, e ieri bianconera poco conta. Manuel figlio del lago, classe 1998, deve essere un appassionato pescatore di momenti storici: basta che, in qualche modo, ci sia di mezzo la Juve. Nato in gennaio, ma figlio prediletto del mese di ottobre. Il gol di ieri sera, con la preziosa collaborazione della gamba di Krunic, ricorda che trattavasi del 22 ottobre 2023 minuto 63 di Milan-Juventus, esattamente come il 22 ottobre 2016, minuto 65, del Milan-Juve di allora lasciò partire il pallone fatale alla gente bianconera. Lui vestito di rossonero e con il calcio pronto per la porta avversa a quella di ieri. Ma, più o meno, stessa posizione, stesso calcio sicuro e secco: sarà il destino, sarà il pallone che ogni tanto si diverte a rimescolare storie e sentimenti. La Juve restò con due palmi di naso e cuor infranti. Stavolta sono i milanisti a sentire il peso di un gol che lascerà dubbi sul futuro. Allora fu 1-0 decisivo a ricordare al Milan come si batteva la Juve dopo 4 anni di astinenza. Stavolta rovina a Pioli un record di imbattibilità (5 partite) contro la Juve e tanto altro. Locatelli proseguì con le storie da revival: Juve battuta anche in Supercoppa e nel gennaio successivo prima espulsione, da professionista, appunto contro i bianconeri.

Storia da predestinato? Forse. Così apparve quel giorno di ottobre nel mezzo di San Siro che sgranò gli occhi sul ragazzino. Oggi ne ha fatta di strada. Forse meno predestinato e più ordinato in un gioco non sempre scintillante. Ha trovato un ruolo da playmaker, ma non proprio da primo della classe. Per non dirne male, si aggira l'ostacolo parlando di buona volontà: ogni tanto servirebbe la scintilla del campione.

Ieri è tornata a guizzare la scintilla del predestinato, chissà mai che la storia non abbia voluto raccontare la vicenda a modo suo: c'è un ragazzo, che di nome fa Weah, sul quale tutto San Siro ha tenuto gli occhi, mai dimentico di papà George. Anche questo ragazzo veste la maglia in bianconero, si chiama Timothy come un cavallo di successo ma ieri ha cavalcato la prateria per tenere a freno Leao. Poi, ad un certo punto, si è sganciato: è partito, palla al piede ed eccolo servire il piede di quell'altro che con il rossonero aveva avuto affinità. Palla a Locatelli e il Manuel che studiò a Lecco presso la casa degli Angeli diventa angelo fustigatore: la palla fila via dal piede.

Krunic ci casca, Mirante pure e la Juve si riprende i tre punti di sette anni fa. Il pallone ha memoria lunga e buon cuore con un ragazzo che porta il 5 sulla maglia. E forse lo avrebbe portato anche in pagella. Se quel gol...

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