Anche se ha trascorso il suo cinquantesimo compleanno all'ospedale di Sondalo al capezzale del marito Fabio Meraldi, immobile in un letto dopo il grave incidente di metà gennaio, quando comincia a parlare Manuela di Centa ricorda un fiume in piena, anzi uno di quegli impetuosi torrenti di montagna che sai dove partono ma mai dove vanno a finire. «Sono stanca, sempre di corsa anche per stare vicina a Fabio, non faccio sport, non mangio mai e sono dimagrita, ma passerà, perché se quando compii 40 anni avevo detto che una donna a quell'età esplode nella sua bellezza e maturità, oggi vado oltre e dico che a 50 anni mi sento ancora più femmina, felice di come sono».
C'è qualcosa di questi ultimi dieci anni che vale la pena ricordare?
«Per cominciare il fatto che sono stata in cima all'Everest riportando a casa la pellaccia, anche quella del naso che si era sbucciato in modo osceno al contatto con la maschera dell'ossigeno: pensavo fosse rovinato per sempre invece è tornato normale».
E il matrimonio con l'uomo che l'ha portata sull'Everest?
«Il secondo per me, a 42 anni. Mettere su famiglia era un altro dei miei obiettivi, figli non ce ne sono ancora e non certo perché non ci proviamo, però accettiamo il disegno del Signore in armonia, senza stress. Non mi sento certo vecchia per avere bambini».
Dopo le imminenti elezioni avrà nuovamente un posto alla Camera dei deputati.
«Se non crolla il mondo sarò sicuramente eletta nella mia regione Friuli Venezia Giulia. L'esperienza politica è dura, ma come diceva un mio allenatore quando mi lamentavo per la fatica, tutto torna sempre indietro e ogni cosa è tanto dura quanto bella».
Chi è la sua Belmondo ora?
«Non ho più una rivale come Stefania e mi manca, ma in realtà di rivali ora ce ne sono troppe, in politica è un tutti contro tutti senza esclusione di colpi».
Che ne pensa del caso Armstrong?
«Storia sconvolgente per tutti, non solo per noi sportivi, ma soprattutto per i giovani che si sono visti crollare un mito e di conseguenza tanti sogni costruiti pensando di diventare come lui».
C'è un atleta per cui fa il tifo oggi?
«Sì, è una ragazza, friulana, Alessia Trost, stupenda».
E cosa faranno i nostri fondisti ai Mondiali della Val di Fiemme?
«È un momento difficile, soprattutto fra le donne c'è un buco che sarà dura riempire a breve, va meglio fra gli uomini, ma il fatto che mio fratello Giorgio a 40 anni sia ancora il numero 1 è strano, bello per lui ma grave per il movimento».
Berlusconi l'ha definita più vincente della Vezzali.
«Lui parla sempre di getto, di cuore, la battuta ci sta, uno può aver vinto una sola medaglia ma essere più importante di uno che ne ha vinte dieci, nella vita non sono i numeri a contare ma in ogni caso paragoni non si possono fare».
Il nuovo libro di Sandro Donati ha gettato nuove ombre sulla "pulizia" delle sue vittorie.
«Il mio avvocato segue la questione, se qualcuno vuole arricchirsi con il mio nome lo faccia, non ho mai avuto nulla da nascondere».
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