La maratoneta Rebecca bruciata viva dal fidanzato

L'ugandese Cheptegei è grave. Aveva gareggiato ai Giochi di Parigi

La maratoneta Rebecca bruciata viva dal fidanzato
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Rebecca Cheptegei è una ragazza di anni 33 che il suo meglio al mezzofondo l'aveva già dato e che aveva cominciato a correre incontro alla sua vita lontano dallo sport. Ora lotta per farlo, ricoverata in gravi condizioni al Moi Teaching and Referral Hospital a Eldoret, meno di 200mila abitanti a più di 2mila metri sul mare, nella Rift Valley keniana. Ha ustioni su tre quarti del corpo dopo che Dickson Ndjema, il suo fidanzato, le ha versato addosso la benzina contenuta nella tanica da 5 litri che aveva appena acquistato. Dopo un litigio, domenica, Rebecca è stata data alle fiamme dal giovane uomo che diceva di amarla. Non ha il 75% del corpo ricoperto di ustioni come Rebecca, ma anche Ndjema si trova in ospedale perché il fuoco ha divorato anche parte della sua pelle.

Le ricostruzioni della polizia della contea di Trans Nzoia tengono conto delle testimonianze dei genitori di lei, secondo i quali l'aggressione divenuta tentato omicidio sarebbe motivata dall'acquisto di un terreno da parte di Rebecca, che voleva avvicinarsi a centri di formazione atletica presenti nella zona. E ai quali avrebbe voluto verosimilmente portare i suoi figli, in chiesa con lei mentre Ndjema si era introdotto nella sua casa. Rebecca, con il pettorale della sua Uganda, era stata protagonista di una delle gare più emozionanti delle recenti Olimpiadi parigine, ma anche di tutta la storia recente dell'atletica: la maratona, che lei aveva concluso con un onorevole 44° posto. Gara vinta da Sifan Hassan, olandese di origine etiope, che si era imposta in 2h22'55 in volata davanti all'etiope Tigst Assefa e alla keniana Gellen Obiri: staccate rispettivamente 3 e 15 centesimi. Una volata a cinque dai tratti epici.

A sugellare l'impresa anche il peso specifico della vittoria di Hassan: innanzitutto perché il suo tempo era significato record olimpico, ma anche perché la vincitrice era divenuta la prima atleta donna di sempre a vincere una medaglia nei 5mila e nei 10mila (due bronzi), oltre che la maratona, nella stessa edizione dei giochi. Una favola di cui Rebecca era stata comprimaria, prima di diventare protagonista di un incubo.

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