Non è un mistero che Claudio Marchisio abbia lasciato il suo cuore sulla sponda bianconera di Torino. L'ex centrocampista della Juventus, oggi allo Zenit San Pietroburgo, in 12 anni alla Vecchia Signora (2006-2018 con un breve intermezzo ad Empoli) ha totalizzato 389 presenze e 37 gol, diventando uno dei giocatori-simbolo della Juventus uscita da Calciopoli con le ossa rotte ma capace di rilanciarsi nel giro di pochi anni.
In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, il centrocampista 33enne ha parlato a 360 gradi della sua carriera, facendo gli auguri alla Juve per l'obiettivo Champions League e svelando di essere stato vicino al Milan. "Perché sono andato via dalla Juventus? L’avventura era al capolinea, ma il mercato stava chiudendo e pensavo che sarei rimasto. La società ha deciso di rescindere, per me non è stato facile però avevo voglia di cambiare. Il rapporto con Allegri? Non abbiamo mai litigato, però dopo l’infortunio aveva altre priorità e non mi vedeva più come prima. Io gli chiesi fiducia e continuità, ma lui ha fatto altre scelte", ammette Marchisio prima di parlare di Cristiano Ronaldo. "Lavora tantissimo, cura molto ogni aspetto della preparazione. È un esempio. Ha un fisico atipico per un calciatore, sembra più un centometrista. Se è l'uomo giusto per la Juve? Sì, e anche lui sa di avere questa responsabilità. Con l’Atletico ha toccato tre palloni e fatto tre gol. La Juve con lui ha più possibilità, ma non è tutto automatico e scontato", avverte l'ex centrocampista bianconero, concentrato oggi sulla sua avventura in Russia.
"Mi voleva il Milan. Ed ecco cosa dissi ad Agnelli"
"Mi hanno convinto il progetto e la possibilità di giocare le coppe. Avevo avuto offerte dagli Stati Uniti e dal Giappone. Confesso di aver avuto qualche tentennamento, più che altro per mia moglie e i miei figli, ma ogni cambiamento offre stimoli e opportunità e io voglio trasmettere al club la mia voglia di vincere. Arrivo sempre un’ora e mezza in anticipo, per raggiungere grandi obiettivi ci vogliono grandi sacrifici. Lo Zenit può tornare a vincere il campionato: è strutturato come un top club europeo", racconta. Ma le rivelazioni più interessanti riguardano ovviamente il calciomercato. Perché Marchisio, nei primi anni 2010, è stato vicino due volte a un'altra squadra italiana: il Milan. "Sono stato vicino al club rossonero per due volte, una con Allegri e l’altra con Montella. Mi sono sempre arrivate tante offerte sia dall’estero che dall’Italia, per me la squadra importante oltre alla Juve è sempre stata il Milan.
Però non sarei mai andato in un altro club italiano", ammette l'ex centrocampista della Nazionale che, alla fine, racconta un aneddoto sulla conversazione avuta con il presidente Andrea Agnelli prima dell'inizio del ciclo vincente che dura tuttora: "Ricordo quando firmai il primo contratto con il presidente, erano anni in cui arrivavamo sempre settimi. Gli dissi: 'Spero che tu non voglia essere uno dei pochi presidenti che non ha vinto nulla, mentre io non voglio essere uno dei pochi juventini a non aver vinto nulla'".Segui già la nuova pagina Sport de ilGiornale.it?
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