La foto con in testa il cappellino degli Yankees - la squadra di baseball più famosa del pianeta - ha già fatto il giro del mondo. E a New York ormai hanno pochi dubbi: Andrea Pirlo sta per dire sì alla corte del New York City, squadra che milita nella Mls e che vanta già nel proprio organico il campione del mondo David Villa e Frank Lampard. Addirittura, secondo il New York Times , il centrocampista della Juve potrebbe cominciare ad allenarsi con i suoi nuovi compagni già tra due settimane: nel caso, auguri e riga tracciata sulla sua infinita carriera italiana che lo ha visto vestire le maglie di Brescia, Inter, Reggina, Milan e appunto Juventus.
Con la Signora, come è noto, Pirlo avrebbe un contratto valido ancora per una stagione: pochi giorni prima della finale di Champions League, aveva però ammesso che avrebbe preso in considerazione l'ipotesi di trasferirsi all'estero in caso di vittoria nella finale di Berlino. Poi le cose sono andate come tutti sanno, ma evidentemente quell'ideuzza di vedere come gira il pallone dall'altra parte dell'oceano gli è rimasta e i giochi paiono adesso praticamante fatti: a 36 anni compiuti, ci sta tutto, né gli si potrebbe imputare alcunché. Quel che è certo è che la Signora non si farà trovare impreparata: troppo scaltro Marotta per non avere annusato l'aria - un po' come era accaduto con Tevez il cui sostituto, Mandzukic, era già stato identificato e prontamante bloccato - ma troppa anche la correttezza dello stesso giocatore che certo non intende mettere in difficoltà la società nella quale ha vinto quattro scudetti in altrettante stagioni.
Dopo di che, comunque vada, il «Pirlo sì, Pirlo no» sancisce la fine dell'intoccabilità dello stesso numero 21, che in bianconero ha collezionato 164 presenze di cui addirittura 159 da titolare, condendole con 19 reti e decine di prestazioni da vero Professore. E se l'aggettivo «indispensabile» non lo si può applicare ad alcun giocatore pena la scomunica, «fondamentale» magari è meno impegnativo ma rende benissimo l'idea.
Dall'anno prossimo, invece, si cambierà: Allegri ha già investito Marchisio di maggiori responsabilità («il suo futuro è davanti alla difesa»), Marotta ha portato a Torino Khedira (campione del mondo, a parametro zero), in squadra ci sono al momento sia Vidal che Pogba ma anche Sturaro e Asamoah, per un reparto che già così potrebbe reggersi anche senza la classe del numero 21. Non è finita, però: anche i sassi sanno che la Juve cerca un vero trequartista (Oscar la prima scelta, Isco e Jovetic appena dietro, senza dimenticare Salah e il giovane belga Praet) che permetta al suo allenatore di puntare con decisione sul 4-3-1-2 e/o un esterno (Cuadrado?) che diventi buono per il 4-3-3.
Altro? Certo che sì: il fallimento del Parma libera del tutto Josè Mauri, 19enne centrocampista centrale italo-argentino che nel finale di campionato ha mostrato tutto il suo talento e che proprio alla Juve aveva segnato un gol al Tardini facendo drizzare ulteriormente le antenne a tutti gli operatori di mercato. Tanto per cambiare, la Juve (vigile anche su Nainggolan e Witsel) è pronta ad approfittarne e il fascino che è tornato a emanare il bianconero è tale per cui non è difficile immaginare come andrà a finire.
Madama è, insomma, già nel futuro e non farà la fine dell'Inter post triplete, quella che per riconoscenza non cambiò nulla finendo con il rimanere legata a giocatori satolli e con la carta d'identità un po' ingiallita. Se Pirlo rimarrà, avrà un ruolo importante ma non più così centrale: se andrà via, le soluzioni sono già pronte e nessuno si strapperà i capelli.
Vale appunto il discorso fatto per Tevez, ieri al centro del colloquio tra Marotta e Angelici (presidente del Boca Juniors) mentre Mandzukic effettuava le visite mediche: entrambi hanno espresso il meglio di sé, dando e ricevendo moltissimo. Pronti ora a cambiare strada, senza rimorsi né rimpianti. Permettendo alla Juventus di fare altrettanto. E di immaginarsi ancora vincente, pur senza due dei suoi totem.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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