nostro inviato a Torino
Firma del Principino. Così il derby ha il suo quarto di nobiltà, firmato da chi ha questa sfida nel sangue. Claudio Marchisio ci ha messo la testolona da killer, eppoi il sinistro facile e sciolto per il 3-0, la Juve il ruggito che fa successo. Torino con la faccia simpatica e bonaria di Ventura, niente di più. Partita sbrigata quando la Juve si è trovata 11 contro dieci. Juve con qualche gomma sgonfia, vince la squadra come spesso capita, ma per lo Shakhtar servirà di più. Tre titolari in meno contro il Toro, tre gol e qualche occasione sprecata. Il derby della Mole, tornato dopo tre anni, ci ha salutato come ci aveva lasciati: Juve imbattuta (ormai da 13 sfide) e Toro affannato a ritrovar una vittoria che manca da 17 anni. Ieri ha parlato il campo, ma come parlasse la classifica. C'erano 17 punti di distacco, ci sta tutta la differenza dei gol. Marchisio ha fatto da apriscatole, Giovinco ci ha messo il bon bon.
Venti minuti di partita inutile, esattamente come la presenza di Giovinco che ha accennato la prima azione personale al minuto 21. Juventus un po' imbalsamata, Torino più spiccio e voglioso. Atmosfera derby più viva in tribuna, dove il rosso granata è asserragliato in un quartino di stadio e il bianconero domina e fa spettacolo. Curva sud che ricorda nella sua sceneggiatura due condottieri e undici campioni. Tribuna nord che vive i primi momenti di freddo per la squadra sua. Meggiorini che fa fesso Bonucci e si gioca la chance con un tiro a fil di palo. Cerci che si beve la scarsa vena difensiva di De Ceglie. Juve schierata con un pizzico di prudenza: Chiellini ancora in panchina ed allora difesa a quattro uomini con Pirlo davanti a loro e tre incompiuti (Giaccherini, Pogba e Giovinco) a spalleggiare Vucinic.
Il Toro approfitta di una certa mollezza globale dei centrocampisti bianconeri. Santana si infila dappertutto e i difensori granata tengono la faccia dei giorni cattivi. Qualcuno avrà pensato: solita Juve, ci mette tanto ad avviare il motore a tutto gas. Però classe e qualità alla lunga si fanno sentire. E i risultati cominciano a vedersi dopo una mezzoretta, quando Pogba prende sempre meglio la mira e mette Gillet in difficoltà (ma anche nella ripresa mancherà due belle occasioni di testa), Vucinic prova qualche penetrazione verticale e il Toro arretra sempre più.
Però il calcio è traditore e il pallone bizzoso, ed allora la partita comincia a movimentarsi quando gli equilibri si fanno più flebili. Glik compie la fesseria della serata arrivando dritto sulla gamba di Giaccherini. Forse non voleva far male, ma l'effetto ottico deve esser stato terribile per l'arbitro, posizionato proprio lì davanti: ed è subito rosso. Alla faccia delle proteste. Povero Toro, bastava guardare la faccia perplessa di Ventura per capire. Come avesse intuito il seguito della sventura. Nemmeno cinque minuti e Basha commette un'altra fesseria, andando a incastrarsi contro Pogba. Il tanto per regalargli un rigore. Gli arbitri saranno anche scarsi, ma certi cadeau delle difese sono peggio degli errori loro. Tutto sembra apparecchiato per il gol bianconero. Pirlo si prende la responsabilità, eppoi calcia come spedisse in alto una mongolfiera. Così vuole il calcio: Pirlo non potrà dimenticare il suo esordio nel derby torinese.
Tanto meglio per il Toro e per la storia del secondo tempo. Juve sempre più aggressiva e Torino in inferiorità non solo numerica. La Juve infila almeno quattro tentativi in dieci minuti. La testolona di Pogba non rifinisce bene l'invito di Vucinic, deviato da Bendtner (che più tardi si mangerà un gol). Gillet se la cava, nonostante mani un po' burrose. Ma poi arriva la testolina di Marchisio, sul cross di Giovinco (grazie del risveglio) e il Toro ammutolisce.
Vabbè Darmian è uno statico cuor d'oro, ma segna l'uomo che ha scritta la parola derby nel sangue e in famiglia. Poi, dopo altri 11 minuti, il gol di Giovinco che crocefigge solo Gillet e D'Ambrosio (palla sotto le gambe). Il Toro era già cotto e mangiato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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