Giuseppe Marotta è diventato l'amministratore delegato dell'Inter a fine 2018, nel mese di dicembre. L'ex dirigente della Juventus, però, inizierà a rispondere a proprietà e tifosi del proprio operato a partire da questa sessione di mercato. Intervistato da Sportweek, l'ex dirigente di Varese e Sampdoria ha parlato dell'Inter di Antonio Conte che sta prendendo la sua fisionomia sul mercato: "Sta nascendo una grande Inter. Si dice sempre che la squadra sia lo specchio della società e questa Inter è oggi una grande società, con una proprietà solida e lungimirante. La squadra ne assumerà le sembianze. Antonio Conte è il nostro top player".
Marotta ha poi parlato del mercato e delle trattative con i vari club e giocatori: "Se mi piace fare mercato? Sì, ma un po' meno. Vedo in giro troppi improvvisatori. Italo Allodi, uno dei padri del calcio moderno, diceva: 'Quello del pallone è l'unico modo in cui uno muratore può diventare architetto da un giorno all'altro'. Aveva ragione. Oggi trattiamo con gente che fino a qualche anno fa lavorare come grossista di piante, ma non si diventa medici per improvvisazione. Bisogna studiare e impratichirsi. Bisogna essere trasparenti e furbi allo stesso tempo. Non si deve prendere in giro la controparte, spacciare qualità laddove qualità non c’è. Bugie? Sono ammesse le bugie bianche, a fin di bene, le omissioni veniale. Vale la stretta di mano? Non più. Una volta ti fidavi perché i poco di buono venivano isolati in fretta".
Infine, l'ex amministratore delegato della Juventus ha parlato del ruolo dei procuratori che negli ultimi anni stanno diventando sempre più influenti nel mondo del calcio: "Un allenatore e un dirigente per emergere fanno una fatica bestiale, un procuratore molto meno. In questo momento di deregulation chiunque può inventarsi agente. Il procuratore è giusto che ci sia, però andrebbe contenuto in perimetri definiti.
Non concepisco i grandi esborsi agli agenti, ma spesso le società sono costrette a concederli se vogliono concludere le operazione. I più bravi? Mi trovo bene con quelli della vecchia guardia: Branchini, Tinti, Damiani, Sergio Berti e mi scuso se dimentico qualcuno".
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