Maturità nerazzurra. Adesso Marotta incorona Inzaghi: "Ciclo iniziato con lui"

Squadra esperta piena di over 30. E il presidente "dimentica" il titolo con Conte

Maturità nerazzurra. Adesso Marotta incorona Inzaghi: "Ciclo iniziato con lui"
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Non è casuale, non può esserlo conoscendone esperienza e capacità dialettiche, che il presidente Marotta, esultando per la semifinale Champions appena raggiunta, dica a Sky Sport che «si tratta della continuità di un percorso iniziato qualche anno fa, un ciclo che coincide con l'arrivo di Inzaghi e che ci vede protagonisti in Europa come mai siamo stati». Non è casuale e anzi pare proprio una frecciata per nulla velata all'ex amico Antonio Conte, oggi unico rivale nella corsa scudetto e ieri l'altro, prima dell'arrivo di Inzaghi, allenatore nerazzurro insoddisfatto, al punto di andarsene a dispetto di un contratto, perché, a parere suo, il club non aveva un futuro ambizioso. Un veggente: 6 trofei in 3 anni e sogno triplete ancora acceso a un mese dalla fine della stagione. «I sogni a volte si avverano, per questo dobbiamo credere di poter eliminare anche il Barcellona, con cui ce la giocheremo alla pari», le parole-pronostico di Marotta, per il quale il bilancio è già positivo: «Molto, anche così, indipendentemente da come finirà».

Intanto c'è un record: 58 partite sicure in stagione, con 2 finali ancora possibili e senza contare il Mondiale per Club. Nella stagione del triplete furono 57, come due anni fa, in quella della finale di Istanbul. Un'enormità, eppure il Barcellona a oggi ne ha giocata addirittura una più dell'Inter. Dal 30 marzo (Udinese) all'11 maggio (Torino) sono 15 partite in 43 giorni, follie del calcio moderno, un ritmo che l'Inter sta reggendo solo grazie all'attenta gestione del suo allenatore («non ci saranno problemi per rinnovargli il contratto», assicura Marotta). L'Inter è una squadra vecchia, l'esatto opposto del Barcellona: mercoledì aveva in campo 1 solo giocatore di 26 anni (Bastoni) e addirittura 4 intorno ai 36 (Acerbi 37, Darmian 35, più Sommer e Mkhitaryan). Conta tutto, l'esperienza come le capacità di recupero. Ai gol di Lewandowski (già 40 in stagione) e Rafinha e al talento infinito di Lamine, l'Inter opporrà il suo leader Lautaro («è cresciuto anche come uomo, è importante il suo senso di appartenenza», sempre Marotta). In più, Inzaghi spera di riavere Dumfries già per l'andata.

Il calendario dell'Inter è tremendo, ma quello del Barcellona forse è persino peggiore, col Real Madrid da affrontare due volte: prima dell'andata, nella finale di Coppa del Re; dopo il ritorno, in campionato. La differenza sta nelle classifiche: il Barcellona ha 6 punti di vantaggio sul Madrid nella Liga, l'Inter appena 3 sul Napoli e domenica viaggia nella fatal Bologna, già costata lo scudetto del 2022, e quando scenderà in campo (alle 18) sarà presumibilmente stata raggiunta dai rivali, che sabato giocano a Monza.

E allora sai la pressione «Sarà la partita più importante dell'anno», chiosa Marotta, ma sa anche lui che la verità è provvisoria, destinata a essere sostituita nel ruolo da quasi tutte quelle che la seguiranno. Per paradosso, ma non troppo, il derby-bis di mercoledì è quella che conta di meno, ma conterà anche quella.

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