Due sorelle afgane, Yulduz e Fariba Hashimi, in fuga nella prova di ciclismo in linea, a soli 35 chilometri dal via. In fuga dopo essere fuggite dal natio Paese, che hanno scelto comunquedi rappresentare per dare un segnale, rifiutando il team dei rifugiati «per dare un segnale» . Nello stesso giorno in cui le russe sotto insegna Ain, Mirra Andreeva e Diana Schnaider, hanno conteso l'oro di doppio a Jasmine Paolini e Sara Errani, sulla terra rossa del tennis.
L'icona degli Atleti individuali neutrali, si è guadagnata i sottopancia e i commenti televisivi nella prima domenica agostana di Olimpiadi. Proprio il giorno in cui un'altra atleta dei rifugiati, La pugile Cindy Ngamba è diventata la prima atleta di una squadra olimpica che i rifugiati rappresenta a vincere una medaglia. La camerunense Ngamba ha infatti sconfitto ai punti con decisione unanime la francese Davina Michel nei quarti di finale dei 75 chilogrammi, così da assicurarsi almeno il bronzo. Per lei all'orizzonte anche la possibilità di un oro, se avrà la meglio della panamense Atheyna Bylon in semifinale, giovedì. Entrambe le semifinaliste perdenti ottengono il bronzo nella boxe. «Significa il mondo, per me, essere la prima atleta membro di una squadra di rifugiati a vincere una medaglia», ha detto Ngamba dopo la certezza di una medaglia. «Voglio dire a tutti i rifugiati in tutto il mondo e ai rifugiati che dsi deve continuare a lavorare sodo, continuare a credere in se stessi. Si può ottnere qualsiasi obiettivo ci si prefigge». La squadra olimpica dei rifugiati è stata presentata ai Giochi di Rio 2016 e Ngamba a Parigi è stata una delle portabandiera nella cerimonia di apertura per la squadra Ain, composta da 36 atleti. Ngamba, 25 anni, è arrivata in Gran Bretagna a 11 anni insieme al fratello per vivere con il padre. Omosessuale, è tripla campionessa britannica ma gareggia per la squadra dei rifugiati a Parigi perché non ha la cittadinanza britannica. «Il team Gb è sempre stato dalla mia parte.
Sento di far parte del Team Gb, ma sulla carta non lo sono», ha detto di recente. Non può essere rimandata in Camerun perché potrebbe affrontare la prigione, visto che l'omosessualità nel suo Paese natio è considerata illegale.
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