Merzario: "Ho salvato la vita a Lauda ma non mi disse mai grazie"

A distanza di 40 anni dal tragico incidente che coinvolse Niki Lauda sulla pista del Nurburgring, torna a parlare Arturo Merzario, il pilota italiano che per primo intervenne sul luogo dell'incidente

Merzario: "Ho salvato la vita a Lauda ma non mi disse mai grazie"

A distanza di 40 anni dal tragico incidente che coinvolse Niki Lauda sulla pista del Nurburgring, torna a parlare Arturo Merzario, il pilota italiano che per primo intervenne sul luogo dell'incidente.

In una intervista a Repubblica, Merzario racconta: "Ancora non ho capito che cosa mi spinse, quel giorno, a fermare la macchina. Voglio dire: non era il primo incidente drammatico che mi capitava di vedere in pista, e tutte le altre volte mi sono comportato in maniera diversa, ho continuato la mia corsa, come del resto facevano e fanno tutt'oggi i piloti. Quel giorno però ci fu qualcosa, e ancora non ho capito cosa, che mi suggerì, anzi mi impose di fare altro, di fermarmi, di scendere dalla macchina e correre verso Niki".

Davanti all'incendio si fermarono pure Gui Edwards e Harald Ertl: "Con gli estintori mi aprono un varco in questo enorme falò. Niki cerca di uscire, ma forza la cintura e io non riesco a sbloccare la levetta, poi crolla, perde i snesi, così apro, lo tiro fuori. Le esalazioni di magnesio lo stavano ammazzando".

"Tre settimane dopo - ha raccontato ancora Merzario - Niki venne a Monza. Ma non mi disse niente, né 'ciao', né 'grazie', né 'vaffanculo'. Ci rimasi male e lo dissi. Due mesi dopo, stavo gareggiando in Austria, vicino a casa sua. Venne a trovarmi e fece il gesto di togliersi l'orologio per regalarmelo. Io lo presi e lo lanciai via.

I meccanici dell'Alfa lo raccolsero, vennero da me e mi fecero un sacco di paternali, forse avevo sbagliato, ma io c'ero rimasto male. Siamo rimasti molto amici, ci sentiamo spesso". Ma sull'orologio c'è ancora un mistero, soprattutto riguardo a chi lo prese: "Abbiamo promesso di non rivelarlo".

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