Subito asfaltato l'avversario, calate nella sua metà campo con formazione a ventaglio, fraseggi al limite dell'area, intuizioni smarcanti, gol a carriolate, se il giovane Mattia Perin pensava di essere arrivato da qualche parte, ecco la realtà. Una tranvata pesante, il Pescara non ha demeriti specifici, il rullo compressore bianconero non ha fatto distinzioni, chi capitava sulla traiettoria o si spostava o finiva piallato e tutto questo in una serata dove il genio di Andrea Pirlo non ha dovuto neppure fare cose straordinarie per mandare a rete i suoi, ha fatto un paio di lanci di una precisione astrale ma poi ha vivacchiato e si è anche tolto la soddisfazione di tirare una steccata a Quintero, uno dei suoi ipotetici eredi. Il colombiano era al limite, Pirlo lo ha messo giù e si è guadagnato un giallo che da diffidato lo terrà fuori dalla prossima in casa con la Lazio.
Sei gol in 45' minuti non si vedono tutte le sere, la Juventus torna all'Adriatico che aveva lasciato con sconfitta in goleada, 1-5, e la restituisce in un solo tempo di gioco. Tirano tutti, gesti puliti, veramente un rullo, quasi il Barcellona ma quando gioca in casa e terrorizza con triangolazioni da mandare il cervello in acqua. Parte forte Giovinco e dopo soli tre minuti Perin compie l'unica prodezza, poi non ne vedrà più neanche uno, Vidal al nono, Quagliarella al 22', Asamoah al 30', Giovinco per il quarto gol, l'uno a cinque è di Quagliarella che sfrutta fino all'ultimo secondo il tempo concesso da Banti. Tacchi, sforbiciate, diagonali, uno più bello dell'altro.
L'intervallo è qualcosa di irreale, Adriatico praticamente esaurito e solo un bisbiglio a tenerlo vivo, il simpatico Stroppa che fino a questo momento ha tenuto la neopromossa fuori dalla melma dei bassifondi, è chiaramente in una situazione scomoda e senza soluzione. Cosa fai dopo un 5-1 all'intervallo? Li cambi tutti e cambi anche te stesso? Vai dal presidente e chiedi una esecuzione la più indolore possibile?
Stroppa ne cambia uno, toglie Capuano che aveva vinto il ballottaggio con Romagnoli nel ruolo di centrale della difesa a tre, ieri sera umiliata, e getta dentro Gianluca Caprari, un attaccante, un '93. Questo passa il convento, con questo Stroppa si gioca altri 45 minuti augurandosi di non prenderne altri cinque. Perché dieci sono tanti, e a quel punto non ti salva neppure il parroco. Comunque il Pescara qualcosa ha tirato in piedi e attorno alla mezz'ora del primo tempo Buffon non c'ha fatto una bellissima figura perché prima il suo palo di sinistra l'ha salvato su una punizione di Quintero, poi Cascione si è preso beffa di Barzagli, lo ha superato e di testa ha messo dentro l'1-2 e infine Nielsen ha calciato fuori di controbalzo un bel diagonale dalla sinistra. Per chiudere Marchisio in sforbiciata ha tolto dalla riga di porta un altro colpo di testa dell'intraprendente Cascione. E quando Quagliarella all'ottavo della ripresa e in acrobazia fa il sesto, i timori di Stroppa non sono solo sue paranoie ma pericoli reali. Gli abruzzesi fanno una fatica del diavolo a uscire dalla loro metà campo, il morale è al minimo storico. La classifica resta brillante per una neopromossa ma è abbondantemente la squadra che ha subito più reti e ne ha realizzate meno, ha venduto il meglio, purtroppo paga.
Adesso c'è da prendere un caterpillar e spostare le macerie, il campionato è lungo, magari continua con Stroppa, espulso nel finale per un rigore che Banti poteva anche concedere. La Juve ha messo tranquilli i tifosi, magari ne tira altre 49. Ma davanti tra campionato e Champions ha un mese terribile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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