Il baseball sballa. Soto da 756 milioni

New York Mets da record: mai spesi tanti soldi negli Usa

Il baseball sballa. Soto da 756 milioni
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«Lo scopo non deve essere comprare giocatori: lo scopo deve essere comprare vittorie».

Una delle frasi simbolo del film Moneyball (L'Arte di Vincere) con Brad Pitt, un film che racconta la rivoluzione operativa degli Athletics per competere contro le super potenze dell'MLB. Lo sport business americano è un mondo a sé, il baseball ancor di più con romanticismo e drammaticità che vanno a braccetto: i New York Mets sono arrivati a quel momento - quello di gettare il cuore e soprattutto il portafoglio - oltre l'ostacolo, consci dei rischi.

Convivere nell'ombra dell'impero Yankees (27 titoli contro 2 con l'ultimo vinto nel 1986) è frustrante ma il trono sportivo di New York è vacante e i Mets adesso lo reclamano. L'anno scorso la franchigia del Queen's ha speso 314 milioni di dollari (monte ingaggi più alto della Lega) per provare a vincere le World Series, solo i Los Angeles Dodgers glielo hanno impedito battendoli alle finali di conference (4-2) per poi battere gli Yankees 4-1 e vincere il titolo, il tutto accendendo dentro i Mets il fuoco della rivalsa perché, sempre citando Brad Pitt: «Odio perdere più di quanto ami vincere». Per comprare vittorie servono i fuoriclasse e i fuoriclasse vanno pagati, l'anno scorso proprio i Dodgers scioccarono il mondo ingaggiando Shohei Ohtani: contratto da 7 anni per 700 milioni di dollari; domenica notte i Mets hanno riscritto la storia dell'MLB e dello sport stelle e strisce firmando il free-agent Juan Soto, esterno sinistro in forza agli Yankees in questa stagione, per 15 anni alla cifra storica di 765 milioni di dollari.

A differenza dell'NBA e dell'NFL nel baseball non esiste un tetto salariale, non ci sono limiti di spese se non una tassa da pagare se si eccede troppo, i Mets vogliono l'anello e lo scettro di NY a qualunque costo, nel vero senso della parola.

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