Mick e il dramma sfiorato che ha risprofondato la famiglia Schumacher nella grande paura

Mick voleva correre. Lo ha chiesto al team che ci ha messo un po' a convincerlo che era meglio non risalire in macchina dopo quella botta. Hanno calcolato che l'impatto è stato di 33G, qualcosa che è anche difficile da spiegare. «È stato un brutto incidente ha detto Mickey motorsport - Da quello che ho sentito, ero intorno ai 270 km/h quando ho colpito quel muro. Penso che su un'auto stradale non sarebbe finita bene. Ma voglio dire, per fortuna, le nostre vetture sono davvero sicure e sono stato in grado di venirne fuori senza problemi».

Incidenti così una volta ci avrebbero fatto versare delle lacrime. Da un crash simile sarebbe stato impossibile uscire tutti interi. In una botta decisamente meno violenta suo padre Michael a Silverstone 1999 ci rimise una gamba. Mamma Corinna si è certamente spaventata di più l'altro giorno, anche perché le immagini tv hanno staccato per minuti lunghissimi da sopportare.

Per fortuna è arrivata la telefonata di Mick. Lui sa che cosa si prova ad attendere notizie a casa. Appena gli hanno passato un telefono ha chiamato. E poi ha ringraziato tutti anche chi come Max Mosley non c'è più, perché da lui è cominciato il lavoro sulla sicurezza e oggi le auto si spezzano, si sbriciolano, ma proteggono il pilota.

Mick era idoneo per correre. Ma Gunther Steiner, il numero uno della Haas, protagonista assoluto della serie Netflix, ha preferito non correre rischi: «Si poteva lavorare tutta la notte e la mattina della gara, ma con qualche compromesso vista la fretta... Avremmo rischiato di trovarci senza pezzi di ricambio in Australia.

Meglio aspettare quando saremo tutti al cento per cento».

Peccato perché Mick prima del botto era nei primi 10. Questo è l'anno in cui con un compagno vero deve dimostrare di essere all'altezza. L'inizio è stato durissimo. Ma il ragazzo è tosto.