"Le mie stracittadine tra campionissimi e il record di multe"

Stefano Tacconi, portiere della Juve di Platini e Scirea: "Oggi Motta ha un ottimo organico, ma..."

"Le mie stracittadine tra campionissimi e il record di multe"
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Il derby della Mole, per Stefano Tacconi, è come sfogliare la parte più importante della sua biografia calcistica, ora condensata nelle 216 pagine di L'arte di parare (Rizzoli): un intenso diario di trionfi e cadute.

«Oggi non mi perderei il derby per nessuna ragione al mondo - racconta -. Mai mancato a un appuntamento con la stracittadina, neppure quando ero in ospedale, figuriamoci ora che sono guarito...». Pronostico scontato: «Con la Juve di derby ne ho disputati tanti e il bilancio pende dalla nostra parte». Tacconi a Torino ha giocato dall'83 al '92 (254 presenze), vincendo di tutto di più con una Juve di campionissimi: «Allora c'erano Platini, Scirea, Cabrini... Oggi la squadra di Motta ha un ottimo organico che può ancora migliorare. Vedremo...».

Intanto il portiere ripercorre la sua arte di parare, facendo però anche un bilancio di vita extrasportiva. E 67 anni è l'età giusta per raccontarsi senza filtri. L'album dei ricordi comincia così: «Il piano era quello. Invecchiare come sono vissuto, cioè al massimo. Macinando centinaia di migliaia di chilometri, cenando fuori cinque sere su sette, assaggiando vini e degustando whisky torbati, fumando pacchetti e pacchetti di sigarette. E invece sono crollato. Proprio io, che credevo di essere immortale».

Il «crollo» avvenne due anni fa: un'ischemia cerebrale dalla quale fu salvato grazie al soccorso provvidenziale del figlio che gli stava accanto. Poi due anni di operazioni, il lento recupero. Ora Stefano sta bene. Ed è diventato anche uno scrittore. «Ai nipotini racconterò che il nonno non è stato solo il portiere che ha preso il posto di Dino Zoff e vinto la Coppa Intercontinentale bloccando due rigori a Tokyo, ma anche l'uomo che, quando la malattia ha provato ad atterrarlo, ha parato il colpo, è sopravvissuto ed è riuscito a rimanere il solito stronzo». Beh, non si può certo dire che tra le qualità di Tacconi non ci sia l'autocritica «Non sono uno che si contiene. Esagero sempre. Non indosso maschere. Le maschere pesano e richiedo manutenzioni continue». Morigeratezza e diplomazia non sono i suoi punti di forza.

«Anche in questo ho segnato un record: potrei essere il calciatore juventino che, negli anni in cui Boniperti era presidente, ha collezionato il maggior numero di multe per dichiarazioni inopportune».

Ma chi è, davvero, Stefano Tacconi? «Uno che ha agito guidato dall'istinto e dal cuore. Senza mai compromessi».

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