Il Milan avrà il suo stadio e Milano entra nel futuro

La Fondazione Fiera dà il via libera ufficiale al progetto. Pronto nel 2019. Lady B: "Questa città come Londra". Ma per iniziare serve l'ok del Comune

Il Milan avrà il suo stadio e Milano entra nel futuro

Tanto tuonò che poi piovve. O meglio ancora: tanto rinviò che poi scelse, finalmente. Il Milan avrà il suo stadio-salotto al Portello, proprio di fronte alla nuova sede di via Aldo Rossi: e sarà l'inizio di una nuova era, una giornata storica per Milano e il calcio italiano che ha imboccato finalmente una strada virtuosa. Allestimento previsto entro l'estate del 2019 dopo aver superato un ultimo ostacolo burocratico, il parere - da esprimere entro 120 giorni - della commissione mista Regione-Comune. Il primo tempo della lunga partita è finito dunque con un successo del progetto preparato da Barbara Berlusconi e dal suo staff che ha salutato la notizia con legittima soddisfazione. Con il prossimo ingresso del socio thailandese e lo stadio, il futuro del Milan stesso è diventato da ieri di un altro colore, molto incoraggiante. Ha scritto Barbara Berlusconi in una nota: «È questo solo il primo passo storico, la nostra è innanzitutto una sfida culturale, Milano diventa come Londra, si potrà andare con i mezzi pubblici allo stadio destinato a rendere il quartiere più sicuro e simbolo della città. Lo stadio diventerà un asset per il club, i profitti ricavati, tra 50 e 80 milioni l'anno, saranno utilizzati anche per l'acquisto di campioni».

Decisione presa, allora, ieri sera dal comitato di Fondazione fiera e del suo presidente Benito Benedini: il bando per la riqualificazione dell'area del Portello è stato vinto dal Milan e dal progetto per lo stadio presentato da Barbara Berlusconi in collaborazione con il Politecnico. Il parto, quasi 9 mesi impiegati tra i continui rinvii dopo il lancio dell'ottobre scorso, è avvenuto in capo a un ultimo incontro con i due gruppi rimasti in lizza (oltre al Milan anche l'azienda di costruzioni Vitali spa con il suo parco tecnologico e una pista ciclo-pedonale in quota) e alla successiva riunione del comitato.

È stata questa l'occasione per ottenere garanzie dai rispettivi concorrenti circa le questioni ancora irrisolte dei rispettivi piani: Barbara Berlusconi ha ritoccato al rialzo sia la quota per l'affitto dell'area (salita a un canone di affitto di 4 milioni per i 50 anni di contratto), sia la disponibilità per i lavori di bonifica nel sottosuolo. È stata la mossa per vincere di slancio lo sprint. Nel frattempo il presidente Benedini, per evitare l'impasse si è presentato al vertice (iniziato con 40 minuti di ritardo) con i poteri ricevuti dall'assemblea e ha ottenuto il larghissimo consenso. A questo punto, prima di vedere le ruspe all'opera, bisognerà fare ottenere il via libera dal Comune. La dichiarazione dell'assessore allo Sport Chiara Bisconti è un avviso ai naviganti: definito il progetto «un valore aggiunto» per Milano ma poi in coda la notifica del vice sindaco e assessore all'Urbanistica Lucia de Cesaris secondo cui la decisione finale sarà presa dopo «un confronto in giunta e consiglio comunale, ascoltando il parere dei cittadini».

Insomma ci sarà da lavorare sodo prima di cantare vittoria definitiva sull'argomento. Al fascino del progetto può aggiungersi il requisito dell'azienda incaricata di costruire l'impianto da 300 milioni: si tratta dell'Arup che ha già una vasta esperienza nel settore, suoi gli stadi costruiti a Monaco di Baviera (Allianz Arena) e a Pechino (Olimpico). Al Portello di Milano, nella zona dove adesso sono in piedi i padiglioni 1 a 2, avremo uno stadio moderno ma non soltanto uno stadio.

Perché nel progetto originario c'è posto anche per la costruzione di un albergo, il lancio di un liceo sportivo, la creazione di spazi da dedicare a ristoranti e parco giochi da destinare alle famiglie dei residenti che restano all'opposizione. Il futuro del calcio, a Milano, sta per cominciare.

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