Milan, Balo e cuore. E tanto batticuore

Diavolo a due facce: dalla punizione-gol di Mario che scatena i rossoneri (0-3 in 45'), alla reazione dell'Udinese nella ripresa

Milan, Balo e cuore. E tanto batticuore

Da stropicciarsi gli occhi. Milan padrone del campo e del gioco, oltre che del risultato, nel primo tempo di Udine: i primi dieci minuti sono stati sufficienti per mettere sotto i rivali storditi dall'uno-due di Balotelli e Bonaventura, il primo su una punizione gemma di Mario, il secondo su lancio geniale di Montolivo trasformato da Giacomino con tocco leggero. E poi, quasi a conclusione di una frazione modello, è giunto come frutto maturo dall'albero scosso, il terzo sigillo di Zapata, con un principesco volo, questa volta da calcio d'angolo. Da strabuzzare gli occhi. Perché nella ripresa l'Udinese ha ribaltato tutto, dando un paio di scossoni al Milan che ha ricominciato a vedere i fantasmi di Istanbul 2005 (finale di Champions, rimonta del Liverpool 3 a 3 da 0 a 3).

Tutto merito, per quel che riguarda Colantuono, tecnico di casa, di una semplice ed elementare mossa: l'arrivo di Zapata (cugino di Christian, il difensore rossonero), centravanti, dando allo schieramento, una sorta di Babilonia calcistica (due soli italiani in partenza, Domizzi e Di Natale tra il cileno, un iracheno, un ghanese, uno del Mali, etc) una coraggiosa fisionomia offensiva. E infatti nel breve volgere di 13 minuti, ecco la risalita paziente dei friulani ottenuta grazie a una stoccata di Badu e a una zampata del centravanti appena arrivato in mischia sul numero di Thereau.

A quale Milan bisogna credere, di quale ci si può fidare per l'immediato futuro? A quello sontuoso e spettacolare della prima frazione, capace di esprimere calcio elegante e di disporre a proprio piacimento dell'Udinese, oppure a quello balbuziente e disarmante della ripresa nella quale anche Mihajlovic ha contribuito a rompere l'incantesimo? Già perché anche il tecnico serbo, che ha meritoriamente spalancato il campo a Balotelli (prova da incorniciare), preferendo De Jong mezz'ala (così così) a Poli per rimpiazzare Kucka, ha avuto la sua parte in quella trasformazione impressionante. A inizio di ripresa, preoccupato per la statura di Zapata e forse anche dal giallo rimediato nel primo tempo dal sorprendente Calabria, Mihajlovic ha deciso di fare posto ad Alex per mandare il suo Zapata a difendere l'argine di destra. Il disorientamento difensivo ha provocato un corto circuito, il solito, capitato altre cento volte nel corso delle ultime due stagioni, come possono dimostrare il numero industriale di gol subiti (101 fino a ieri sera) e l'Udinese ha vissuto una seconda vita. A quel punto c'è stato bisogno di un paio di interventi coraggiosi e utili di Diego Lopez per tenere al sicuro il minimo vantaggio. Nella sera in cui De Sciglio ha recuperato credito e la stella di Mario ha ripreso a brillare, è rimasto oscurato Bacca mentre Honda è apparso l'oggetto misterioso di queste settimane. Da tre-quartista nemmeno un lancio come si deve o un dribbling da ricordare. Da applausi la ripresa dell'Udinese rimasta nel recupero in dieci espulso Bruno Fernandes.

Delle quattro sconfitte consecutive accumulate, è forse quella di cui non dolersi. Del primo successo in viaggio del Milan non si sa cosa scegliere: se la luce abbagliante del primo tempo o le tenebre della seconda frazione. Lo capiremo a Genova, domenica.

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